Autori / Giuseppe Rensi

Giuseppe Rensi

Giuseppe Rensi, filosofo solitario ed eccentrico, nonché appassionato giornalista militante, ricordato in specie per la marca pessimistica e scettica del suo pensiero, nasce a Villafranca di Verona il 31 maggio 1871. Poco dopo la laurea in giurisprudenza, s’iscrive al partito socialista e, trasferitosi a Milano, collabora con diverse riviste, dalla «Critica sociale» di Filippo Turati alla «Rivista popolare» di Napoleone Colajanni. A seguito dei moti milanesi del 1898 deve abbandonare l’Italia per il Canton Ticino, dove resterà dieci anni, segnati da un’intensa attività politica e culturale. Nel 1908 torna in Italia; due anni dopo esce dal partito socialista, in coincidenza con l’espulsione Leonida Bissolati (del quale era amico e seguace) e si dedica alla carriera universitaria, che lo condurrà in varie città d’Italia, fino a stabilirsi definitivamente a Genova nel 1918, dove tiene la cattedra di Filosofia morale. La sua produzione, assai vasta, testimonia un primo momento di avvicinamento alla prospettiva filosofica dell’idealismo (prima «immanente», poi «trascendente»), un secondo in cui il metodo scettico prende forma, una «svolta» realistico-materialistica e un finale prevalere degli interessi di carattere morale e religioso. Due, in ogni modo, sono i lavori che insieme definiscono il pensiero di Rensi e ne motivano gli sviluppi: La filosofia dell’assurdo (1937), perfetta sintesi della visuale scettica e pessimista dell’autore, e Autobiografia intellettuale. La mia filosofia. Testamento filosofico (1939), il manifesto della sua filosofia. Inizialmente vicino ad alcune persone e idee del fascismo, Rensi se ne distacca ben presto, con immediate conseguenze: nel 1927 viene sospeso dall’insegnamento; nel 1930 è arrestato insieme con la moglie per propaganda antifascista; nel 1934 deve abbandonare definitivamente la sua cattedra di Filosofia morale a Genova. Il 9 febbraio 1941 viene ricoverato in ospedale per essere sottoposto a un intervento chirurgico; muore pochi giorni dopo, il 14 febbraio, per complicazioni. In occasione del funerale, diversi amici, colleghi e allievi si riuniscono nell’abitazione del filosofo, ma al momento di formare il corteo fino al cimitero, la piccola folla viene dispersa dalla polizia. Riposa nel cimitero genovese di Staglieno. Sulla sua tomba è scritto:«Etsi omnes, non ego».

Pubblicazioni dell'autore
Giuseppe Rensi

Autobiografia intellettuale

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