«C'è una felice ambiguità della poesia che consiglia una posizione guardinga rispetto a ogni interpretazione. A ogni atto, cioè, di appropriazione.
La poesia educa piuttosto allo spossessamento, coltiva in noi il sentimento dell'espropriazione. Così, di fronte a Le amorose, che ho appena letto, io non so se le amorose sono le poesie, o le morose a cui le poesie sono rivolte. Donne che a volte hanno dei nomi proprii: Fulvia, Marcella, Annalisa. Altre volte anonime.
Come le poesie stesse che non hanno titolo. Non sempre.
So però che l'amore è un colloquio. E la poesia anche. Questa di Trucillo, una certa poesia che amo sopra ogni altra, è colloquio. Elegia, ode, canto, sonetto sono tutti nomi per dire che la poesia nasce per vocazione, perché l'altro chiama. Che sia un usignolo, una donna, una città, un angelo, l'altro sta di fronte al poeta, come una luce e lo abbacina: l'altro esiste ‘nell'anzi / a piene mani’». – Nadia Fusini
Luigi Trucillo, nato a Napoli, è autore di sei libri di poesia: Navicelle, Cronopio, 1995; Carta mediterranea, Donzelli, 1997; Polveri, Cronopio, 1998; Le amorose, Quodlibet, 2004; Lezioni di tenebra, Cronopio, 2007 (premio Lorenzo Montano 2008); Darwin, Quodlibet, 2009 (premio Napoli 2009). Nel 2013 ha pubblicato il romanzo Quello che ti dice il fuoco (Mondadori), che è stato tradotto in tedesco.