Catalogo / La filosofia della matematica di Frege

La filosofia della matematica di Frege
Una restaurazione filosofica, una controrivoluzione scientifica

A cura di Teodosio Orlando

ISBN 9788874627400
2015, pp. 192
140x215, brossura
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Il libro

Il nome di Gottlob Frege è spesso ricordato come quello del fondatore del logicismo – che segna una rottura di paradigma dopo l’incontrastato dominio del modello aristotelico – e anche del grandfather della filosofia analitica per i suoi studi sul linguaggio. Dell’impresa fondazionale di Frege si tende spesso a constatare i limiti, ma di rado si è osato mettere in dubbio il carattere “rivoluzionario” della sua filosofia della logica e della matematica. Eppure, di fronte alle geometrie non euclidee, le radicali tendenze innovative del logico di Jena subirono un arresto: è quanto sostiene il grande storico della matematica Imre Toth nel saggio che qui si presenta come un contributo per molti versi “eccentrico” nella vasta letteratura critica su Frege.
Per Toth, la geometria non euclidea non soltanto rappresentò uno sconvolgimento senza precedenti nella storia della matematica, ma fu anche una sorta di boccata d’aria per coloro che aspiravano a una verità senza dogmi e a conseguire uno spazio di libertà anche all’interno delle scienze esatte. A suo avviso la sostanziale incomprensione da parte di Frege della geometria non euclidea costituisce il limite principale del suo sistema, nell’ambito del quale non sarebbe possibile un’ontologia pluralista ma avrebbe posto una concezione univoca ed assolutista della verità, con riverbero sulle sue opinioni politiche e sociali. A differenza della maggior parte degli studi critici più recenti, il saggio tothiano pone in evidenza elementi di “arcaicità” ed errori presenti nelle opere del logico tedesco e indica le difficoltà dello stesso paradigma logicista rispetto ad altre forme di fondazionalismo matematico, da quelle formaliste di Hilbert a quelle di Cantor, di Peano o di Dedekind.

L'autore
Imre Toth

Imre Toth, nato da famiglia ebrea il 26 dicembre 1921 in Transilvania, è morto a Parigi l’11 maggio 2010. Scampato fortunosamente alla deportazione, si è affermato come uno tra i massimi filosofi della matematica. Ha insegnato nelle università di Bucarest, Francoforte e Regensburg; è stato membro dell’Institute for Avanced Study di Princeton; dal 1984 alla morte ha tenuto corsi nell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli. I suoi lavori sulla storia della geometria non euclidea gli hanno assicurato fama internazionale. Tra le sue opere tradotte in italiano segnaliamo: Aristotele e i fondamenti assiomatici della geometria, Vita e Pensiero, Milano 1998; NO! Libertà e creatività, Rusconi, Milano 1998; Essere Ebreo dopo l’Olocausto, Cadmo, Fiesole 2002; La filosofia e il suo luogo nello spazio della spiritualità occidentale, Torino 2007.

Pubblicazioni dell'autore
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