I quarantatré dipinti presentati in questo catalogo ragionato della collezione di pitture secentesche raccolte da Isabella e Vittorio Ducrot, vengono approfonditamente analizzati dalla studiosa Letizia Treves. Di ogni quadro, riprodotto con grande accuratezza, vengono ricostruiti i passaggi di collezione in collezione e si riassume il dibattito critico di cui è stato oggetto. Chiude ogni scheda una dettagliata bibliografia. La pubblicazione della collezione, finora pressoché sconosciuta ma ricchissima di opere di grandi maestri, rappresenta un evento per la storia dell’arte italiana e internazionale.
Passione Barocco è l’espressione paradigmatica dell’essenza del collezionismo, in cui la microstoria s’intreccia alla Storia, la storia dell’arte si mescola alla storia del gusto, e le storie individuali si innervano in correnti artistiche. Lo stile conciso e penetrante delle schede redatte da Letizia Treves indaga un secolo di pittura, il Seicento italiano, con minimi sconfinamenti in Francia o Germania, un solo antecedente (Annibale Carracci) di fine Cinquecento e rare propaggini nel Settecento. Nella maggior parte dei casi, i soggetti sono di carattere religioso, non senza qualche concessione al mito e all’allegoria, e le firme sono o di artisti illustri – da Pietro da Cortona a Luca Giordano, da Carlo Dolci al Cavalier d’Arpino, da Artemisia a Lanfranco, da Cagnacci a Battistello Caracciolo – o di pittori tornati di recente alla ribalta, a cominciare da Giovanni Battista Beinaschi fino ad Andrea Vaccaro e Giuseppe Vermiglio. Dulcis in fundo, vero colpo da maestro messo a segno da Letizia Treves, l’individuazione di un inedito Simone Cantarini nella Testa di una giovane, sino a oggi priva di attribuzione.
Ma Passione Barocco è anche e soprattutto «espressione di egocentrismo e vanità». Sentimenti che, a dire di Vittorio Ducrot, istigano al collezionismo, e non si può certo dargli torto, visto che la raccolta di pitture esposta e analizzata nel volume è la sua. Frutto per l’appunto di una passione viva e profonda – condivisa anche dalla consorte Isabella – e messa a nudo in pagine introduttive che rivelano l’estro e il piglio del memorialista vero, quello che attraverso le proprie vicende, narrate senza inutili reticenze, impartisce al lettore un’universale lezione di vita.
Gli autorevoli interventi a firma di Luciano Arcangeli e Claudio Strinati offrono, a chiudere il sostanzioso volume, uno sguardo «dall’esterno» – e dunque spassionato – sulla Collezione Ducrot.
IT. Letizia Treves ha frequentato l’Università di Cambridge ove si è laureata in storia dell’arte scrivendo una tesi sui disegni di Simone Cantarini. In seguito ha conseguito un M.A. al Courtauld Institute of Art, con una tesi sui disegni di Michelangelo utilizzati da Daniele da Volterra, pubblicata in seguito sulla rivista «Apollo». Dal 1996 al 2012 ha lavorato per Sotheby’s, ove ha coperto il posto di Senior Director, esperta in dipinti italiani per le sedi di New York, Londra, Milano e Roma. Dal 2013 è Curator of Italian and Spanish Paintings 1600-1800 alla National Gallery di Londra.
EN. Letizia Treves studied at the University of Cambridge where she graduated in History of Art, writing a dissertation on the drawings of Simone Cantarini. Afterwards she received an M.A. from The Courtauld Institute of Art, writing her dissertation on Michelangelo’s drawings used by Daniele da Volterra, which she later published as an article in the art journal ‘Apollo’. From 1996 to 2012 she worked for Sotheby’s London, attaining the position of Senior Director in the Old Master Paintings department, specialising in Italian paintings. Since 2013 she is Curator of Italian and Spanish Paintings 1600–1800 at the National Gallery, London.