“A capo del convento dove io ero in Collegio, c’era una trinità di monache tutte eguali nella potenza, concordi nel giudizio, sincrone nelle azioni: la Superiora, la Maestra, la Vecchissima Religiosa. In quel convento si faceva un gran parlare di misteri: se si trattava di misteri celesti, il parlare era sereno, ampio, dettagliato; se si trattava di misteri terreni, era un parlare agitato, rapido, più sottinteso che spiegato: erano accenni così sfuggenti da somigliare al gesto di chi tocca qualcosa che scotta. E difatti si alludeva spesso a certe ‘scottature’, non meglio identificate, che ‘il mondo’ era solito dare a chi prendeva soverchia dimestichezza con lui...”
Scottature è l’unica opera non incompiuta di Dolores Prato. Così, anche in letteratura, l’eccezione sembra coincidere con il miracolo: in un unico gesto breve e perfetto si condensa l’intero universo poetico di una grande scrittrice del ’900.
Dolores Prato nasce a Roma il 10 aprile
1892 da padre ignoto e da Maria Prato,
all’epoca già vedova. Dal 1895 è a Treia,
affidata allo zio prete Zizì, di lì a poco
migrante a Buenos Aires, e alla zia
nubile Paolina. Istruita nelle scuole
comunali del paese, è in seguito
educanda presso il collegio annesso al
monastero di Santa Chiara, sempre a
Treia. Nel 1912 si trasferisce a Roma,
dove frequenta la facoltà di Magistero.
Dopo la laurea nel 1918 insegna a
Milano, in Toscana, nelle Marche; qui
viene sollevata dal ruolo per la sua
avversione al regime fascista. A
partire dagli anni Trenta vive
stabilmente nella Capitale e si occupa
in questo tempo di una ragazza amica,
afflitta da gravi problemi psichici.
Finita la guerra è reintegrata come
insegnante e collabora con alcune
testate, soprattutto «Paese Sera», con
articoli su Roma antica e moderna.
Partecipa a concorsi letterari e
giornalistici, vincendo per esempio nel
1965 lo «Stradanova» di Venezia con
Scottature. Nel 1980 pubblica per
Einaudi Giù la piazza non c’è nessuno,
dedicato all’infanzia trascorsa a Treia,
in una versione tagliata e ricomposta
da Natalia Ginzburg. Mentre pensa a
come dare alle stampe la versione
integrale del libro, avvia la
composizione del lavoro
sull’educandato, interrotta da
problemi di salute nel maggio del 1982.
Muore ad Anzio presso una clinica a
lunga degenza il 13 luglio 1983.
Di Dolores Prato Quodlibet ha
pubblicato Scottature (1996), Giù la
piazza non c’è nessuno (versione
integrale, 2009), Sogni (2010), Roma,
non altro (2022).