La scelta dei testi di Sergio Bettini che proponiamo vuole offrire un ritratto il più possibile completo di un grande studioso, noto finora quasi esclusivamente al pubblico degli storici dell’arte ma i cui interessi vanno ben al di là dei limiti disciplinari per farne una delle personalità più vive della cultura italiana del Novecento.
Da una produzione vastissima vengono qui raccolti diversi filoni d’indagine di cui il lettore attento riconoscerà però la rigorosa coerenza interna, quel nucleo dell’opera bettiniana che fu l’originale elaborazione di un metodo. Ecco allora le pagine giovanili sul non-finito di Michelangelo, e i saggi mirabili sull’arte del Medioevo rispetto a Dante, su quella rinascimentale in relazione all’averroismo veneto e al neoplatonismo fiorentino, fino alle letture dei maestri contemporanei, Matisse, Picasso, Frank Lloyd Wright, e alle riflessioni sul problema della criticabilità delle opere non figurative; ma anche il sorprendente seminario sulla poetica del tappeto orientale, o la conferenza Idea di Venezia, forma breve e intensa di quello che fu, in senso davvero proustiano, lo studio di una vita.
Dialogando con studiosi e filosofi come Grabar, Auerbach, Simmel, Gilson, Merleau-Ponty, Foucault e Deleuze, Bettini ci accoglie nel suo laboratorio, dichiara le sue ascendenze, rende operativi i suoi concetti-chiave: primo fra tutti quello, personalissimo, di timing, in cui il rapporto tra arte e tempo viene stretto in un’unità talmente indissolubile che “basterebbe una variazione infinitesimale nel suo battere per fare del capolavoro un opera mancata”.
Agli occhi dell’erede di Riegl e di Focillon il mondo delle forme si rivela come la maniera in cui il tempo stesso prende forma, come “morfologia della storia”; e così egli ce lo restituisce, con una facilità di scrittura che fa di ogni suo testo un altissimo esempio letterario.
Sergio Bettini (Quistello 1905, Padova 1986), vissuto dapprima a Venezia, compie gli studi universitari a Firenze. Da qui si trasferisce a Padova dove, a parte un breve periodo di insegnamento all’università di Catania, diventa professore incaricato e poi di ruolo. Dall’anno accademico 1934-'35 fino al 1975 ricoprirà gli insegnamenti di Archeologia cristiana, Filologia bizantina, Storia dell’arte moderna, medievale, di Storia della critica d’arte ed Estetica. Tra i molti suoi titoli ricordiamo almeno i sette volumi sull’arte bizantina (1937-'44), Pittura delle origini cristiane (1942), il monumentale studio L’architettura di San Marco. Origini e significato (1946), L’arte alla fine del mondo antico (1948), lo studio monografico su Giusto de’ Menabuoi e l’arte del Trecento (1944), poi ripreso con Giusto de’ Menabuoi nel battistero del Duomo di Padova (1960), ed il libro più noto,Venezia nascita di una città (1978). Ma oltre ai libri e ai tanti articoli pubblicati, Sergio Bettini ha curato la stesura di dispense universitarie “la cui somma costituisce un numero notevole di volumi, alcuni dei quali ripetutamente citati, e che l’autore si lusinga non siano soltanto esercitazioni scolastiche o accademiche”.