Recensioni / Herzog

Ogni volta che leggo, sento, vedo Slavoj Zizek, il filosofo sloveno divenuto una rockstar penso che ci salveranno le galline. Lo penso anche quando leggo, sento, vedo altri, soprattutto quelli che
hanno soluzioni e sicurezze e ostentano intelligenza, che poi a leggere, sentire, vedere meglio trovi incongruenze e molta superficialità, ma con Zizek di più anche perché è ovunque, adesso con le sue «107 storielle». Le galline no, non ci tengono, passano arbitrarie, improvvise, zampettando eludono. Indifese, pencolanti, vagano, bordeggiano gente e confini, pieni e vuoti, e hanno un muro come orizzonte. Trascinandosi l'ottuso irremovibile senso del gioco nel loro esistere. Buffe, zigzagano per questo i bambini ne sono attratti non hanno la ferinità della fuga, né l'orrore dell'aggressore, ma la quiete nell'inazione, di chi ha scelto la diserzione, non c'è scopo, non c'è ricerca, con perizia, sprecano il tempo. Luigi Malerba l'aveva capito e ne fece un libro bellissimo: «Le galline pensierose», ora ripubblicato da Quodlibet. «Per diventare filosofa diceva una vecchia gallina che credeva di essere molto saggia non importa pensare a qualcosa, basta pensare anche a niente».