Recensioni / Le galline pensierose - Luigi Malerba

Paratesto:
Più guardo la copertina e più mi tornano alla mente le macchie di rorschach. Mi rigiro il libro tra le mani, cerco un significato a quell’immagine, sembra una giraffa, poi una zanzara, poi un maledetto virus. Poi apro il libro inizio a leggere e ancora una volta mi trovo davanti alle macchie di rorschach. Ogni storiella mi ricorda altro.

Testo:
Può, un libro di una novantina di pagine impegnarti per i quindici giorni di un agosto piovoso? Immediatamente penso che la risposta sia negativa. Novanta pagine, a meno che non siano scritte in arabo e si tratti di chimica dei materiali, le brucio in un’ora. Ed invece sbaglio. “Le galline pensierose” mi hanno accompagnato per tutte e due le settimane di vacanza. Prima di addormentarmi, la sera, leggevo alcuni di questi pensieri gallinacei e ci riflettevo su, come si riflette sulle grandi questioni della vita che fanno perdere il sonno. Ci pensavo e cercavo corrispondenze con persone conosciute, parenti, amici, conoscenti dai quali mi tengo a debita distanza. E allora le galline mi risultavano più umane e mi dispiaceva un sacco quando a qualcuna capitava che le tirassero il collo. Nella battaglia con gli umani io parteggiavo per loro, salvo poi la sera rimpinzarmi di petto di pollo.
“Le galline pensierose” di Luigi Malerba è un libro molto bello e godibile, sparso di piccoli pensieri che a volte fanno sorridere e altre fanno incupire, soprattutto quando sono pericolosamente vicini ai pensieri che si annidano nella nostra testa stressata.
Galline astronome, galline buddiste, galline filosofe, galline coglione, galline teppiste…c’è una gallina per ognuno di voi, adottatela.

Italo Calvino (pare che sia uno che se ne intende) ha scritto, a proposito de “Le galline pensierose” che queste storielle stanno tra il leggero umorismo del nonsenso e la vertigine metafisica degli apologhi zen.  Credo che questa sia una definizione tombale oltre la quale è quasi impossibile dire qualcosa di anche solo lontanamente intelligente. Io, che non ho pretese in questo senso, mi limito a dire che questa raccolta di pensieri riesce a fornire un ritratto terribilmente preciso del genere umano, facendoci uscire ridimensionati. Almeno per chi non si prende troppo sul serio.

Coordinate:

Quodlibet pubblica libri belli. Scusate, è una frase che ha dell’infantile, ma è difficile rendere con semplicità un concetto che è allo stesso tempo semplice e dimenticato da tanti editori. Fa libri belli per quello che raccontano, fa libri belli per come lo raccontano e fa libri belli per come il contenitore si adagia sul contenuto e ti sta soffice in mano. Questo libro di Luigi Malerba, pubblicato nella collana Quodlibet Compagnia Extra, non fa eccezione. Ne avessi la possibilità mi costruirei una libreria solo per ospitare i loro libri.

Qualche nota su Malerba direttamente da sito dell’editore, che non mi si venga a dire che voglio giudicare i maestri.
Luigi Malerba è uno dei migliori e più apprezzati autori italiani del secondo ’900. Ha scritto libri straordinari, ripetutamente premiati, che hanno lasciato un segno in chi li ha letti e hanno influenzato la parte migliore della narrativa italiana contemporanea. Tra i molti libri che ha scritto: La scoperta dell’alfabeto (1963), Il serpente (1966),Salto mortale (1968), Il pianeta azzurro (1986), Testa d’argento (1988), Fantasmi romani (2006), Parole al vento (2008) e i suoi viaggi orientali raccolti in Il viaggiatore sedentario (1993). Ha lavorato per il cinema e per diversi giornali.
Luigi Malerba (1927-2008) è nato a Parma, e dal 1950 ha vissuto a Roma.

In copertina un’altra immagine della serie “Catopleba”, questa, nel caso specifico si intitola “Il più famoso scienziato dei Catopleba” e opera d’ingegno di Iacopo Mariconda + Atelier dell’Errore.