Recensioni / Da Ariosto a Leopardi, Celati narra l'Italia

In occasione dell’uscita del Meridiano Mondadori dedicato allo scrittore, la editrice Quodlibet pubblica il suo settimo libro a firma Gianni Calati, Studi d’affezione per amici e altri (pp. 288, euro 16,50). Si tratta di una raccolta di otto saggi celatiani su autori e generi italiani prediletti: l’antica novellistica, l’Ariosto, Tomaso Garzoni, il Leopardi dello Zibaldone, il favolista Imbriani, Federigo Tozzi, Antonio Delfini, Silvio D’Arzo, Giorgio Manganelli. Celati narra: usa la critica come «scusa» per parlare (pertinentemente) d’altro.

Questi studi ci riconsegnano un autore la cui recente riabilitazione dalle sue irregolarità ci ha fatto dimenticare la nobiltà della sua precedente sconfitta: l’allontanamento da Calvino, la fuga dall’Italia, l’esilio intellettuale, la rottura con l’establishment. Sconfitta, forse, non priva di motivi e significati generali, al pari di quella di Luciano Bianciardi. Certo, la recente riabilitazione non è stata fatta a sua insaputa. Ma resta l’impressione: l’officina che tutto sterilizza (e rende sterile) non si concede mai pausa alcuna. (p.m.)