Recensioni / Superstudio 50

Superstudio festeggia 50 anni con una grande mostra al MAXXI: oltre 200 tra installazioni, oggetti, opere grafiche, fotografie e pubblicazioni.

 

Trasversale, metafisico, indefinibile, sempre nuovo, sempre oltre, è Superstudio uno dei gruppi più influenti dell’architettura radicale italiana fondato nel 1966 da Adolfo Natalini e Cristiano Toraldo di Francia, ai quali si sono poi uniti Gian Piero Frassinelli, i fratelli Roberto e Alessandro Magris e Alessandro Poli. A 50 anni dalla sua fondazione il MAXXI dedica al gruppo una grande retrospettiva: “Superstudio 50”, ideata dagli stessi Natalini, Toraldo di Francia e Frassinelli insieme con il curatore Gabriele Mastrigli.

Conosciuto per la forza delle sue immagini e per l’estrema varietà della sua produzione, il lavoro del Superstudio è sempre sfuggito a etichette chiare e identificabili; questa mostra raccoglie e presenta oltre 200 tra installazioni, oggetti, opere grafiche, fotografie, pubblicazioni, che coprono l’intero percorso e l’evoluzione del gruppo, materiali provenienti in larga parte dal loro archivio, alcuni mai esposti prima e di cui molti entreranno progressivamente nella collezione di architettura del MAXXI.

Una mostra sul Superstudio del Superstudio – che per l’occasione realizza un progetto speciale di allestimento – una sorta di autobiografia scientifica, che ripercorre le tappe fondamentali della sua storia, a partire dalla mostra Superarchitettura (1966), nella quale insieme a Archizoom, propone per la prima volta un ripensamento radicale dell’architettura e del design, sostituendo al tradizionale immaginario domestico un mondo di oggetti e visioni stranianti. “Superstudio 50” è l’esplorazione dell'universo di uno dei gruppi più influenti dell'architettura del Novecento, agli albori dell'immaginario di quella che oggi chiamiamo contemporaneità. “Superstudio 50” presenta, tra gli altri, i più importanti disegni, fotomontaggi e installazioni della serie Il Monumento Continuo (1969), gli Istogrammi d’architettura (1969-70) e Le dodici Città Ideali (1971), progetti attraverso i quali dimostrarono, le possibilità ma anche i limiti dell’architettura intesa come strumento critico della società. 

Accanto a questi materiali, installazioni come La moglie di Lot presentata alla Biennale d’Arte di Venezia nel 1978 e l’ingresso alla mostra Superarchitettura del 1966, oggetti di design come i divani Bazaar (1968 prodotto da Giovannetti) e Sofo (1968 di Poltronova), o le lampade Passiflora (1968 di Poltronova) e Gherpe (1967 di Poltronova), oltre alla nota serie di tavoli Quaderna (Zanotta, 1970). Una parte dell'esposizione è dedicata alla produzione video tra cui viene esposto per la prima volta Il Monumento Continuo, un progetto del 1969 di cui esisteva soltanto lo storyboard, prodotto dal MAXXI in occasione di questa mostra e realizzato dal video maker Lucio La Pietra. Insieme a questo anche i 5 film de Gli Atti Fondamentali (Vita, Educazione, Cerimonia, Amore, Morte, 1972-73), il più ambizioso tentativo di Superstudio di affrontare la relazione fra vita e progetto, che se da una parte propone una rifondazione antropologica e filosofica dell'architettura, dall’altra libera progressivamente le energie individuali dei componenti del gruppo, che si scioglie ufficialmente all'inizio degli anni Ottanta. 

La retrospettiva comprende quindi anche una serie di materiali, tra cui manifesti, pubblicazioni, e un'ampia rassegna di foto di “backstage”, realizzati dal gruppo sin dall’inizio delle sue attività. La mostra è completata inoltre dal lavoro di alcuni artisti che hanno interpretato in maniera specifica il lavoro del Superstudio – dalle opere dei videomaker Hironaka & Suib e Rene Daalder, sino alla ricerca documentaristica del fotografo Stefano Graziani – aiutandoci ad apprezzarne la freschezza e l'attualità del messaggio. In occasione della mostra, la casa editrice Quodlibet presenta Superstudio. Opere 1966–1978, volume a cura di Gabriele Mastrigli, che raccoglie, per la prima volta in una edizione ragionata, le opere, i testi e i progetti, del celebre gruppo, dai più noti a quelli più estremi, generosamente illustrati da un’enorme mole di immagini e documenti inediti, frutto di un lungo e accurato lavoro di ricostruzione archivistica.