Recensioni / Come giocare con le origini delle parole

L’etimologia, si sa, è la scienza che studia l’origine e la storia delle parole; essa ha origini lontane con i primi tentativi dovuti a Platone e Plutarco. A Isidoro di Siviglia (VI see. d.C), invece, si deva un vero e proprio trattato, un'opera enciclopedica in venti volumi che si avvicina a quella che oggi deva davvero intendersi per «etimologia» pur contenendone molte di sbagliate. Etimologie sbagliate comunque in buona fede e distinte da quelle che potrebbero derivare da un'interpretazione superficiale o da arzigogolate congetture rimosse da quelle, generalmente attendibili, offerte dai moderni dizionari etimologici. Diverso è il caso delle etimologie non certo scientifiche, costruite artificialmente e che dànno un esito volutamente divertente; se ne ricordano anche alcune dovute a illustri firme, a cominciare da Angelo Poliziano il quale diceva che «essere di buona coscienza vuol dire avere buone cosce», mentre Stendhal sosteneva che il nome Segrino del triste lago lombardo derivasse dal francese chagrin che significa, appunto, «triste». Senza dimenticare Totò che ai «nordici» contrapponeva i «sudici», volendo significare che questi ultimi stanno al sud. Con queste false etimologie gli umoristi vanno a nozze, quando ad esempio avvertono che una «mongolfiera» non è una belva della Mongolia, o quando fanno notare che c’è differenza tra «adulto» e «adultero», o anche che la «ovazione» non consiste in un tiro di uova addosso a qualcuno. Esempi famosi e isolati, ben diversi da quelli riuniti in forma parascientifica da Maria Sebregondi nel suo Etimologiario (Quodlibet, pagg. 128, Euro 12,00), ripreso dalla casa editrice di Macerata dopo una sua prima edizione (Longanesi, 1988) e una seconda (Greco e Greco, 2003). Una raccolta decisamente stravagante questa della Sebregondi, frutto di 101 incontri avvenuti nel suo gironzolare tra le parole: a cominciare dall'allucinazióne (der. del s.m. alluce, primo dito del piede – attività fantasmatica degli alluci, creature goffe e ipersensibili, da quando hanno perduto la loro antica funzione prensile e sono confinati nel buio delle scarpe, continuamente creano mutevoli visioni per farsi compagnia); continuando con baldanza (comp. dal s.m. ballo e dal s.f. danza – atteggiamento del corpo e dello spirito posto ambiguamente tra il ballo e la danza, nell'incerto ma inebriante interstizio tra due sinonimi); e ancora con violenza (s.f. – essenza di viole. Delicato profumo dalle armoniose risonanze musicali); per finire con universo (s.m – componimento poetico costituito da un solo verso potentemente creativo, p.e. bang (big), fiat lux etc).