Recensioni / L’arte di «maneggiare con cura» è l’ossessione dei Masbedo

Un’idea, un’ossessione sono al centro dell’ultimo lavoro di lacopo Bedogni e Nicolò Massazza, in arte Masbedo: dare un volto a un gesto, a un concetto. Il concetto di conservazione dell’opera d’arte. La loro più recente videoinstallazione Handle with care (Maneggiare con cura) esposto nella Reggia di Venarla (Torino) fino al 15 gennaio 2017 è un viaggio video sensoriale nel mondo della conservazione artistica, nella maestria del restauro.
La mostra è concepita come un percorso e si compone di due momenti o spazi. Il primo, più intimo, è situato nel Centro di restauro. Qui il duo artistico mette in mostra il mondo Masbedo: oggetti di varia dimensione, libri, fotografie, frammenti di opere, strumenti di lavoro, tutto proviene dal loro Studio. Il visitatore è davanti al Dna dell’Opera, gli artisti rendono visibile allo spettatore il retropalco della rappresentazione. Nel secondo spazio, la Citroniera della Reggia, appare lOpera finita. Una installazione video a sei canali con grandi schermi che immergono l’osservatore all’interno del concetto di conservazione dell’opera d’arte. I gesti umani, la precisione strumentale, i rumori e lo scorrere del tempo che compongono una sinfonia sul lavoro e si accompagnano alla concentrazione del restauratore.
I Masbedo fermano il tempo. Mettono in contatto l’arte classica, curata all’interno dell’Opificio delle Pietre Dure in Firenze e nel Centro di conservazione e restauro La Venaria, e l’arte contemporanea. Un rapporto diretto costruito attraverso il linguaggio creativo della videoarte. L’installazione è preceduta e seguita da altri due nuovi lavori. Il primo di questi si intitola BB-547-CJ ed è un dialogo tra gli artisti e una scultura moderna, una automobile modello Mini Cooper nera, appartenuta all’artista italiano Gino De Dominicis (Ancona 1947-Roma 1998). Tale oggetto misterioso è il protagonista di un’opera video, dedicata al tema dell’assenza o sparizione dell’artista, alla corsa folle, al lavoro ossessivo che in un istante vola via e sparisce.
Con il secondo intitolato 30 Luglio 2007 (2016), gli artisti riflettono invece sulla natura dello sguardo artistico raccontando ancora una volta una storia per immagini. Il 30 luglio 2007 muoiono, nello stesso giorno, Ingmar Bergman e Michelangelo Antonioni, due registi internazionali capaci di creare e distruggere mondi a partire dall’indagine sull’istante e sul frammento. I Masbedo si appropriano dello sguardo di Monica e il desiderio di Bergman (del1956) – che indugia rivolto verso il pubblico – e dei frantumi della villa di uno dei protagonisti di Zabriskie Point di Antonioni (del 1970), che esplodono nell’aria. Questi due istanti si sovrappongono in una danza lenta di frammenti di un tutto.
La mostra, curata da Paola Nicolin, è parte del programma di attività di The classroom, un centro di arte e educazione fondato a Milano nel 2016 che si propone di invitare gli artisti a realizzare una mostra in un luogo specifico e a svolgere un corso di storia delle arti all`interno della mostra stessa.
La riflessione su questi temi è accompagnata da una pubblicazione intitolata Diario psichico, analisi di una mostra d’arte contemporanea (Quodlibet, 2016) che ne racconta le fasi preparatorie. Chiuderà il progetto un seminario internazionale, in programma dal 13 al 15 gennaio 2017 e organizzato in collaborazione con il Centro.
I Masbedo sembrano rispondere a una domanda: quale può essere la raffigurazione del tempo? Lo fanno concentrando la loro attenzione sul particolare. I volti dei restauratori, i loro gesti e quelli tecnologici degli strumenti: il tutto fissato nel momento stesso in cui avviene, senza contemplare un futuro. Un sano realismo operaio che lotta ogni giorno con le mani e con la tecnologia contro l’usura, il vandalismo, la catastrofe naturale, l’incuria e la dimenticanza.