Nell’ambito dell’opera marxiana, la Kritik costituisce il libro d’esordio con cui Marx salda il suo debito con Hegel. Convertitosi all’hegelismo in un circolo di giovani dottori in teologia e filosofia, Marx inizia la riflessione sulle nozioni di Stato e di stati, che lo porterà progressivamente ad una critica radicale dell’impianto teoretico hegeliano e alla successiva elaborazione del concetto di classe. Il testo non espone un programma alternativo di Stato, si limita, per così dire, ad affermare l’inammissibilità di qualsiasi autorità sui cittadini, attraverso una rigorosa analitica, nella quale è già ravvisabile l’espressività del Marx maturo, che decostruisce pezzo a pezzo i fondamenti della dottrina statuale hegeliana.
La Kritik ha la forma di un libro di aggiunte, di Hegel a se stesso, di Marx a Hegel, di Della Volpe (il filosofo che per primo ha introdotto il testo marxiano in Italia nel secondo dopoguerra, la cui traduzione è qui riproposta) a Marx e a Hegel ecc. A questa forma si attiene Clio Pizzingrilli, i cui commenti o glosse sono concepiti quali ulteriori aggiunte alle aggiunte che stratificano questo libro. Nella sua prefazione, Antonio Negri parla di una nuova patristica – Marx costituisce padri, non figli, epigoni – intesa come proliferazione di un pensiero non più sottomesso al corpus dottrinario marxiano, viceversa generatore di nuovi esiti concettuali, ormai separati dalla tradizione.
Karl Marx (1818-1883) si laureò in filosofia nel 1841 e svolse, nel corso di tutta la sua esistenza, un’intensa attività giornalistica e politica. Dal 1851 al 1862, fu corrispondente del quotidiano «New-York Tribune» e, dal 1864 al 1872, fu il principale esponente dell’Associazione internazionale degli operai. Tra le sue opere maggiori figurano Il manifesto del partito comunista (1848, con Engels), Il diciotto Brumaio di Luigi Bonaparte (1852) ed il libro primo de Il capitale (1867); mentre tra i suoi manoscritti incompiuti più celebri vi sono i Manoscritti economico-filosofici del 1844, L’ideologia tedesca (1845-46 con Engels), i Grundrisse (1857-58) ed i libri secondo e terzo de Il capitale (pubblicati da Engels rispettivamente nel 1885 e nel 1894).