Tra i fondatori del pragmatismo americano, John Dewey (1852-1950) ha dominato la scena filosofica statunitense lungo tutta la prima metà del Novecento. Oltre ai lavori di logica e di epistemologia, nel corso di una carriera durata oltre sei decenni Dewey ha fornito contributi rilevanti nei principali settori della ricerca filosofica e sociale, spaziando dalla teoria politica alla psicologia sociale, all’estetica e alle scienze dell’educazione. Intellettuale impegnato nei principali dibattiti del suo tempo, Dewey è forse il filosofo che più ha influito sull’evoluzione della società americana del suo tempo.
Questa raccolta di saggi, pubblicati tra il 1900 e il 1916, costituisce la prima edizione italiana dei suoi principali scritti di logica ed epistemologia. Essi ripercorrono le tappe fondamentali della teoria della conoscenza e del pensiero elaborata dall’autore, e consentono di ricostruire unitariamente l’impianto metodologico che ne governa tutta la riflessione filosofica. La visione che emerge nei saggi è quella di un naturalismo dell’esperienza, in cui lo sviluppo delle attività cognitive e delle categorie della conoscenza è compreso come un fatto naturale collocato all’interno di una più ampia considerazione dell’esperienza umana, del suo sviluppo temporale e delle sue interazioni con gli altri individui e il contesto naturale, sociale e culturale. Sono in tal modo gettate le basi per un approccio evoluzionista alla conoscenza, in cui gli elementi della storicità di questa, della situatedness dell’agente e del primato delle pratiche trovano una sorprendente anticipazione.
(Burlington, Vermont 1859 - New York 1952) Filosofo e pedagogista statunitense, si laurea in Filosofia alla Johns Hopkins University di Baltimora, ampliando i propri studi di indirizzo neohegeliano alla psicologia e alla pedagogia. Il primo incarico universitario lo riceve dall’Università del Michigan e nel 1894 si trasferisce alla Chicago University contribuendo alla creazione del dipartimento di pedagogia, accorpandolo a quello di filosofia e divenendone direttore. Prende le distanze dalle proprie origine neohegeliane e sotto l’influenza di William James sviluppa un approccio maggiormente sperimentale alle scienze umane. In campo pedagogico dà luogo al movimento noto come Dewey’s Schools, divenendo il più importante studioso di pedagogia della propria epoca. Nel 1904 si trasferisce alla Columbia University dove rimarrà fino al termine della propria carriera accademica. Fu promotore di un approccio evolutivo e sperimentale alla conoscenza, tra i fondatori della psicologia funzionalista e comportamentale, capostipite della pedagogia sperimentale novecentesca, caposcuola di un approccio deliberativo alla democrazia liberale e uno dei fondatori del pragmatismo classico americano.