«“Io sono innamorata” tristemente
continuava Tania a mormorare.
“Sei malata, tesoro, certamente”.
“Innamorata son, lasciami stare”».
– A. P.
L’Evgenij Onegin di Aleksandr Puškin è uno dei sommi libri dell’umanità, e punto d’avvio della grande letteratura russa dell’800.
Scritto tra il 1823 e il 1830, narra la storia d’amore mancata tra il giovane romantico disilluso Eugenio e la giovanissima Tatiana, figura incantevole e commovente, immersa ancora nei sogni della sua età.
È un romanzo in versi; e l’essere in versi e rima ha sempre creato problemi di traduzione, e di conseguenza una diffusione limitata in lingua italiana, nonostante l’importanza e la notorietà.
Questa che presentiamo è la più bella traduzione finora fatta in italiano. Ettore Lo Gatto ha raggiunto con essa quella leggerezza, musicalità e naturalità così vicina alla lingua parlata per cui è celebre Puškin. Il verso novenario giambico russo è restituito nell’endecasillabo regolare italiano, che è il verso più simile per capacità narrativa; ed è mantenuto lo stesso schema di rime dell’originale, cosa importantissima per godere il giro ritmico, la facile leggibilità e l’incanto del racconto.
Questa è la prima di una serie di traduzioni esemplari che compariranno nella collana.
Ettore Lo Gatto (Napoli 1890-Roma 1983) fu uno dei maggiori studiosi e dei migliori traduttori della letteratura russa. Il suo primo Evgenij Onegin è del 1925, in verso libero; una traduzione che fu poi perfezionata durante, si può dire, tutta la vita, giungendo a questa, esemplare e insuperata, che qui pubblichiamo.
Aleksandr Puškin (1799-1837) è il grande, grandissimo
poeta russo a partire dal quale, dalla cui lingua
semplice e vicina al parlato quotidiano, è nata la
meravigliosa letteratura russa, ancora oggi letta in
tutto il mondo e ammirata. La sua maggiore opera è
il romanzo in versi Eugenio Oneghin (1833, la miglior
traduzione italiana è di Lo Gatto, Quodlibet, 2008).
Oltre ai poemi (Il prigioniero del Caucaso, 1822, Il
cavaliere di bronzo, 1833 ecc.) e alle poesie, scrisse
racconti in parte parodici (I racconti di Belkin, 1831) e
romanzi storici (La figlia del capitano, 1836, Storia della
rivolta di Pugačëv, 1834).
Maritato con la bellissima, giovanissima e frivola
Natal’ja Gončarova nel 1831, Puškin muore nel 1837
nel duello alla pistola col bellimbusto francese
barone Georges D’Antès, sfidato per gelosia, e che
era, oggi sembra accertato, l’amante non tanto
segreto di Natal’ja.