Catalogo / Ercole al bivio

Ercole al bivio
e altri materiali iconografici dell'Antichità tornati in vita nell'età moderna

A cura di Monica Ferrando

Con 119 illustrazioni fuori testo

ISBN 9788874620609
2010, pp. XIV-378
160x225 mm, brossura con bandelle, con illustrazioni b/n
€ 38,00
€ 36,10 (prezzo online -5%)
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Il libro

L’Ercole al bivio, libro «leggendario» di Erwin Panofsky, l’ultimo composto in lingua tedesca, nel 1930, prima dell’esilio americano, detiene entro l’opera complessiva del suo autore una posizione di soglia.
Non solo, infatti, Panofsky, con uno straordinario tour de force esegetico, scopre in un’enigmatica tela di Tiziano il simbolo tardo antico del tempo, ma ricollega questo simbolo all’immagine di Ercole al bivio fra vizio e virtù e, insieme, fra due stili di vita e due epoche storiche. Se, da una parte, la divaricazione tra sfera estetica e sfera morale – che il mondo classico aveva contemplato e la teologia medievale alimentato a fini apologetici – ambisce, con l’umanesimo, a ricomporsi felicemente nell’arte, dall’altra vediamo delinearsi un’altra divaricazione, non meno paradossale, quella tra medioevo germanico e modernità italiana.
Frutto maturo delle prime analisi teoriche dell’opera d’arte, l’Ercole è figura dello stesso Panofsky, al bivio tra le forme simboliche di Cassirer e l’empirismo «metafisico» di Edgar Wind. Da questa singolare posizione, esso da un lato rinuncia a ogni teoria esplicita per farsi pura immagine, dall’altro si guarda bene dal recidere il legame che unisce immagine e parola. Forma mediale per eccellenza, sulla scorta di Warburg qui è l’immagine artistica come tale a presentarsi, a colui che sa interrogarla, quale incessante nucleo generativo delle categorie atte a conoscerla.
Sono queste complesse e irriducibili polarità che il libro documenta con una sorta di profetica partecipazione. Rese antitetiche, e quindi risolte e smembrate, dalla fattualità storica, esse si conservano integre e feconde nella grande arte, sola in grado, secondo Panofsky, di costituire quel tertium fra passato e futuro, etica ed estetica, metafisica e storia, in cui si tempera la barbarie di ogni secca alternativa.

«Il giovane Ercole si trova da tutt’altra parte che a un “bivio” ma, incalzato dai dubbi su quale “via” intraprendere nella vita, si è appartato in un luogo solitario non ben precisato, dove se ne sta in meditabondo raccoglimento. Ecco allora apparirgli due donne dai tratti riconoscibili, “grandi”, vale a dire due figure ultraterrene. L’una, riconosciuta da tutti come Virtù, ha un aspetto sano e nobile, veste di bianco: la pulizia dello stile è il suo unico ornamento, ed essa si avvicina con sguardo modesto e portamento pudico. L’altra, al contrario, conosciuta dagli amici come Felicità, dai nemici come Vizio, ha forme morbide ed esuberanti, truccata, così da sembrare più bianca e più rossa di quanto non sia nella realtà, e con un portamento che dà l’illusione di una figura ben più eretta di quanto non sia: si guarda intorno con occhiate impudiche, mentre le vesti non lesinano la vista delle sue grazie. In due discorsi e in una replica entrambe gli promettono, ciascuna a modo suo, di condurlo alla felicità – l’una mediante il piacere e l’ignavia, vale a dire percorrendo la via “più piacevole e comoda”, l’altra attraverso fatiche e pericoli, e cioè salendo per un sentiero “lungo e difficile”. La decisione di Ercole ci è nota» – Erwin Panofsky

In copertina: Gerolamo di Giovanni di Benvenuto (Siena 1470-1524), desco da nozze con Ercole al bivio (1500 ca.), tempera su tavola, diam. cm. 57, cat. d. 87, Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d'Oro, Venezia. 

L'autore
Erwin Panofsky

Erwin Panofsky (Hannover 1892-Princeton 1968). Dopo gli studi di storia dell’arte e di filosofia a Berlino, Monaco e Friburgo insegnò storia dell’arte ad Amburgo (1926-1933) e all’università di New York (1931-1933) come professore ospite. Parallelamente collaborò attivamente con il Warburg Institute e con il suo futuro direttore Fritz Saxl, con il quale scrive numerosi saggi.  Nel 1933, a causa delle leggi naziste, dovette lasciare la Germania e si rifugiò negli Stati Uniti dove venne accolto prima all’università di New York e poi all’Institute for Advanced Study a Princeton, dove rimase fino alla morte. Tra le sue opere disponibili in italiano ricordiamo: La prospettiva come «forma simbolica», 1927 (Feltrinelli); Studi di iconologia, 1939 (Einaudi); Saturno e la melanconia, 1963, con R. Klibansky e F. Saxl (Einaudi); Il significato nelle arti visive, 1955 (Einaudi); Rinascimento e rinascenze nell’arte occidentale, 1956 (Feltrinelli).
I temi affrontati in La Melencolia I di Dürer – primo frutto del sodalizio intellettuale con Fritz Saxl – furono ripresi quarant’anni dopo con il contributo di Raymond Klibansky, in un clima culturale ormai completamente mutato, nel libro Saturno e la melanconia (1963).

Pubblicazioni dell'autore
Erwin Panofsky, Fritz Saxl

La «Melencolia I» di Dürer

euro 22,80
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