L’Aquila. Magnitudo zero è un viaggio nei luoghi dove il silenzio è visibile e dove l’eco del disastro seguito al terremoto del 2009 torna muta ad ogni passo, grazie allo sguardo di quattro fotografi che rileggono la città.
L'Aquila, come un museo a cielo aperto, appare stupita e in disparte, ordinata e confusa: un set di perdite e di rovine, ritratto vuoto e disabitato di un tableau vivant al contrario.
Il volume è dunque il racconto sistematico e appassionato, inquietante e realistico di una città sospesa, fotografata nei lunghi mesi seguiti alla catastrofe come se fosse una persona: l’unica ancora superstite.
«Mi viene in mente che forse ognuno di noi dovrebbe farsi fotografare davanti al luogo, alla casa, alla strada che considera suoi e ritiene costitutivi della sua identità, irrinunciabili». – Vito Teti