La psicoanalisi è una cura della parola, è la «talking cure» di Bertha Pappenheim, la celebre Anna O. degli Studi sull’isteria di Breuer e Freud (1895). Alla fine si tratta di due corpi, quello del paziente e dello psicoanalista, che provano a stabilire una relazione che passa attraverso la parola. Spostare il centro dell’analisi – si è di volta in volta provato con il transfert, con l’empatia, con l’esaltazione del non verbale, fino alla recente infatuazione per i neuroni specchio – significa non cogliere la caratteristica più evidente, e distintiva, della psicoanalisi: una cura che si basa sulla parola. Una parola che, per essere efficace, deve farsi carne e sangue. La psicoanalisi è complicata, ma anche molto semplice in fondo: corpo e parola. Intorno a questo nesso si sono riuniti all’Università della Calabria, nel maggio del 2011, un gruppo di filosofi e alcuni psicoanalisti di diverso orientamento (uniti però più dal bisogno di capire e capirsi che da quello di dividersi). Prima che il tema del realismo tornasse al centro del dibattito filosofico italiano, i partecipanti al convegno avevano infatti ben chiaro che la posta in gioco, per la psicoanalisi ma non solo per la psicoanalisi, è proprio quella «roccia biologica» di cui parla Freud in uno dei suoi ultimi scritti. Ne è uscito un libro inaspettato, tanto vario quanto deciso nell’ancorarsi intorno a questo nesso fondamentale, corpo e linguaggio.
Felice Cimatti, insegna Filosofia del Linguaggio all’Università della Calabria. Fra le sue ultime pubblicazioni: Il senso della mente. Per una critica del cognitivismo (Bollati Boringhieri, 2004), Il volto e la parola. Per la psicologia superficiale (Quodlibet, 2007), La vita che verrà. Biopolitica per Homo sapiens (ombrecorte, 2001) e un romanzo, Senza colpa (Marcos y Marcos, 2010). È il fondatore della «Rivista Italiana di Filosofia del Linguaggio». Insieme ad altri colleghi del Dipartimento di Filosofia dell’Unical ha fondato il Centro Studi Filosofia e Psicoanalisi. Collabora stabilmente con la «Rivista di psicoanalisi», ed è docente dell’Istituto Freudiano. È uno dei conduttori del programma radiofonico «Fahrenheit», Radio 3.
Alberto Luchetti, psichiatra, psicoanalista, membro ordinario della Società Psicoanalitica Italiana, è direttore della «Rivista di Psicoanalisi». Autore di numerosi contributi in riviste italiane e francesi e in volumi collettanei, ha tradotto e curato l’edizione italiana di libri psicoanalitici di diversi autori francesi, tra cui Piera Aulagnier e Jean Laplanche.
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