A cura e con introduzione di Luca Guidetti
Pubblicata per la prima volta nel 1920 e riedita nel 1928 in versione riveduta, la Biologia teoretica è l’opera principale di Jakob von Uexküll, uno dei fondatori dell’etologia contemporanea, le cui concezioni saranno riprese e sviluppate da alcuni tra i maggiori filosofi del Novecento come Heidegger, Merleau-Ponty, Canguilhem e Deleuze.
Questo scritto ha rappresentato un punto di riferimento imprescindibile nel dibattito biologico e filosofico della prima metà del Novecento per la sua capacità di coniugare le opposte concezioni del meccanicismo positivistico e del vitalismo spiritualistico, di cui offre una sintesi originale. Ogni essere vivente appare infatti a Uexküll come il soggetto del suo proprio mondo, un universo “chiuso” dotato di uno spazio e di un tempo peculiari le cui forme sono accessibili allo scienziato solo attraverso un metodo comparativo. In tal senso, l’indagine del mondo animale si sottrae ad ogni tentazione antropomorfica, senza però ridursi a un semplice resoconto sperimentale dei fenomeni vitali. Grazie all’utilizzo di apparati concettuali filosofici e semiotici, che egli sa unire a profonde conoscenze in ambito fisico e fisiologico, Uexküll sviluppa una teoria biologica centrata sulla nozione di significato dell’azione animale che anticipa le più recenti acquisizioni dell’etologia e dell’ecologia, gettando così le basi per le attuali prospettive dell’indagine scientifica sul vivente.
Jakob von Uexküll (1864-1944), di origine estone, dopo un iniziale periodo di ricerca ad Heidelberg sotto la direzione del fisiologo Wilhelm Kühne (un allievo di Hermann von Helmholtz), svolse la sua attività scientifica dapprima in Germania, nell’Università di Amburgo, dove nel 1926 fondò l’Istituto per la ricerca ambientale e in seguito in Italia, nella Stazione Zoologica di Napoli, presso la quale si dedicò in particolare allo studio della fisiologia e dell’ambiente dei ricci di mare. È sepolto a Capri, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita.