A Zacinto
di Ugo Foscolo
Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell’onde
del greco mar…
(continua)
Né mai. Significa e non.
È una congiunzione negativa iniziale… Che si
congiunge a cosa?
A niente, perché prima non c’è niente. La poesia
inizia da qui.
In pratica è come se ne mancasse un pezzo.
Questa è una poesia cui manca un pezzo.
Vediamo se si capisce lo stesso.
Foscolo promette in tono solenne che non toccherà mai più le sponde di Zacinto.
Zacinto mia!, dice.
Sua? L’aveva per caso comprata? Zacinto è del
Demanio.
Le proprietà del Demanio sono inalienabili, non
si possono vendere.
Allora avrà pensato che Zacinto fosse diventata
sua per usucapione, perché nessun rappresentante
dello Stato greco ci andava da tempo. Non vuol
dire, le proprietà del Demanio sono anche imperscrittibili, non si possono cioè usucapire e rimangono dello Stato anche se sono abbandonate per
centinaia di anni!
Foscolo intenderà forse «Zacinto mia» in senso
affettivo, cioè che gli era cara. Se è così non si capisce perché dopo promette che a cominciare dal
1803, anno in cui scrive, non toccherà mai più le
sacre sponde di Zacinto.
Il motivo?
Non lo dice, ha deciso che non le vuol più toccare!
Va bene, attenzione però…
Le sponde sono tratti di terreno che delimitano
un corso d’acqua o il mare. Zacinto è per larghi tratti montuosa e presenta delle falesie a strapiombo sul
mare. Foscolo non vuole più toccare nemmeno quelle?
Lui dice che non vuol toccare le sponde ove il suo
corpo fanciulletto giacque. Cioè quelle sulle quali
giacque da bambino.
Giacere significa essere adagiati su una superficie
orizzontale o debolmente inclinata, mentre una scogliera o una falesia hanno un andamento scosceso.
Su di esse è impossibile giacere.
Foscolo da bambino giaceva sulle spiagge di Zacinto, cioè sulle sue sponde sabbiose, come tutti i
bambini.
Alla fine son solo quelle che non vuol più toccare.
Invece le falesie può ancora toccarle per via della
loro conformazione impervia.
Esatto. Ora è chiaro.
Allora, la poesia si intitola A Zacinto quindi significa che Foscolo sta andando a Zacinto o è a Zacinto.
Come ci va o come ci è andato?
Senza dubbio via mare, perché Zacinto è un’isola
e la nave era l’unico mezzo disponibile nell’800 per
raggiungere le isole.
Dunque, una volta a Zacinto, Foscolo cosa sarà
obbligato a fare, dal momento che ha scritto questa
poesia, per mantener fede al suo proposito?
Dovrà buttarsi in acqua dal piroscafo quando passa vicino a una scogliera, e arrampicarsi fino in cima.
Con le mani bagnate, fra l’altro.
Sarebbe per lui molto più comodo sbarcare sul
molo di attracco o su una spiaggia, come le persone
normali.
Però Foscolo le sponde dove poteva aver giaciuto
da bambino ha promesso di non toccarle mai più.
Non può rimangiarsi la parola.
Per cui anche quando è il momento di andar via
da Zacinto, per non toccare le sponde dove giacque
da fanciullo, l’unica per lui rimane quella di buttarsi in mare dalla cima della scogliera, nuotare fino
al piroscafo, farsi lanciare una cima da un membro
dell’equipaggio e risalire a bordo.
Capita però che in alta stagione i posti sui piroscafi siano esauriti e senza prenotazione non ti facciano salire.
In questo caso a Foscolo toccherà tornare a nuoto alla scogliera, per poi risalirla e ributtarsi in mare
all’arrivo del piroscafo successivo, sperando che ci
sia posto. Oppure dovrà cercar riparo in qualche
grotta marina battuta dalla risacca.
Perché la fa così complicata, si può sapere?
Beh, era un tormentato, un assetato d’adrenalina, incarnava la figura dell’eroe romantico, temerario, passionale, non incline ai compromessi.
È come se in occasione dei suoi ritorni a Zacinto,
dove aveva vissuto da fanciullo, volesse dimostrarlo
a tutti.
Beh, con questa promessa direi che ci è riuscito.
Da quel momento andare e venire via mare
dall’isola per lui avrà voluto dire rischiar la pelle
tutte le volte.
Al contrario, per la Pro loco di Zacinto i tuffi
dalla scogliera del grande Foscolo saranno diventati un’attrazione, un utile strumento di promozione
turistica del territorio, soprattutto in periodo estivo.
Dice poi che Zacinto si specchierebbe nelle onde
del greco mare. Il greco mare? Il greco mare non esiste. Potrebbe forse essere definito così il mar Egeo.
Zacinto però è nel mar Ionio, che ha acque territoriali divise fra Italia, Grecia e Albania. Quindi
avrebbe semmai dovuto dire… «che te specchi nelle
onde dell’italo-greco-albanese mar…».
Oppure, ancora meglio… «che ti specchi nelle acque territoriali greche del Mar Ionio»…
Mah… La poesia è inspiegabile… probabilmente
perché ne manca un pezzo, subito all’inizio.
Sicuramente nel pezzo che manca si spiegava
perché non vuol più toccare le sponde.