Autori / Max Scheler

 
Max Scheler

Max Scheler nacque a Monaco il 22 agosto 1874. Iniziò i suoi studi universitari a Monaco, per poi trasferirsi a Berlino e infine a Jena, dove si addottorò in filosofia nel 1897 sotto la guida di Rudolf Eucken, e dove conseguì l’abilitazione nel 1899 con una tesi dal titolo Il metodo trascendentale e il metodo psicologico, contenente un confronto critico e serrato con la scuola neokantiana. Nel 1906 trasferì la sua abilitazione a Monaco, e si accostò progressivamente alla fenomenologia di Husserl, che aveva conosciuto nel 1902. Costretto nel 1910 a lasciare l’insegnamento a Monaco in seguito a uno scandalo privato, visse tra Berlino e Gottinga lavorando come libero scrittore. Tra il 1912 e il 1916 collaborò come curatore allo «Jahrbuch für Philosophie und phänomenologische Forschung» e pubblicò una serie di scritti sulla fenomenologia della vita emotiva e  sulla critica dell’uomo borghese – nonché il fondamentale lavoro di filosofia morale, Il formalismo nell’etica e l’etica materiale dei valori –  grazie ai quali si impose come uno dei maggiori esponenti del movimento fenomenologico. Convertitosi al cattolicesimo nel 1916, al termine di un complesso itinerario personale, elaborò un’originale concezione della filosofia della religione in chiave fenomenologica, che trovò la più completa esposizione nell’opera del 1921, L’eterno dell’uomo. Al termine della guerra, che lo vide impegnato in missioni diplomatiche all’estero, fu chiamato alla cattedra di filosofia e sociologia dell’Università di Colonia. Negli anni successivi, contraddistinti da una profonda crisi religiosa sfociata nel rifiuto del cristianesimo, rivolse i suoi interessi verso la sociologia e l’antropologia filosofica, di cui delineò i tratti fondamentali nello scritto del 1926, La posizione dell’uomo nel cosmo. Trasferitosi nel 1928 a Francoforte sul Meno per ricoprire la cattedra di filosofia, morì d’infarto il 19 maggio dello stesso anno.

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