Michele De Lucchi, La portantina

La portantina
di Michele De Lucchi


Il problema era sempre quello di riuscire a progettare qualcosa senza farlo sembrare un vero progetto, senza creare soggezione, senza intimorire. I progetti dovevano servire per attrarre e far pensare che progettare è facile, che lo possono fare tutti, che nella realtà tutti lo facciamo continuamente senza accorgercene. Progettare è lanciare l’immaginazione oltre, al di là di quello che abbiamo davanti.
Mi era venuta in mente l’idea di una casa che potesse essere trasportata in giro, senza radici e senza fondazioni. Una casa per una persona con tanti amici per portarla in giro. Non ha importanza perché. Non ha importanza dove. Non ha importanza con chi. È importante che sia una casa con le finestre, il tetto a falde spioventi, le tende (rosse), una sedia, un tavolo, un letto. Una casa simbolica con simboli di arredo, sufficientemente comprensibili, credibili. Non troppo reali.
Abbastanza leggera per le spalle dei miei amici, Marco Zanini, Marco Marabelli, Beppe Maggiora, Zeno Banfi. Gli amici di Villamagna, studenti come me di architettura, amici come me di Adolfo Natalini, Gianni Pettena, Lapo Binazzi e tanti altri architetti fiorentini creatori e coltivatori dell’architettura radicale. La abbiamo (hanno) portata in giro per Monte Morello, il monte sopra Firenze.
Io stavo dentro e mi lasciavo trasportare.



Homo Trahens, raduno internazionale Cavart, Monte Morello (Italia), 29 giungo 1976. Portantina.

A Homo Trahens, il 29 giugno 1976, eravamo una cinquantina.
C’erano vino, salame e prosciutto toscano, pane e olive come per i pranzi dei contadini. C’era da parlare e discutere, ridere e sognare, una energia che tante altre volte è mancata in progetti e convegni di ben più alto rango. C’erano portantine e trampoli, tappeti volanti, aquiloni, botti e lenzuola. Si chiamavano seminari, happening, performance. Tutto aveva il sapore della novità, delle cose che in architettura non si erano mai viste, davano la speranza di poter incominciare a pensare a un mondo nuovo.
(2013)