Yona Friedman, L’ordine complicato

L’ordine complicato
di Yona Friedman

I concetti di ordine e di disordine fanno parte della nostra vita quotidiana. Esaminiamo quindi questi termini con più attenzione.
La serie dei numeri naturali, 1, 2, 3 ecc., è ordinata, possiamo cioè ritrovare in questa serie qualsiasi numero. Può farlo chiunque abbia imparato a contare.
Diverso è il caso dell’ordine alfabetico. Anche in quest’ordine a ogni lettera è assegnato un posto preciso. Ma – ed è qui la differenza rispetto all’ordine dei numeri naturali – quest’ordine non segue delle regole che tutti possono riconoscere. Ancor peggio, quello seguito dall’alfabeto è un ordine arbitrario da imparare a memoria.
Possiamo dire che l’ordine dei numeri è un ordine naturale, mentre l’ordine alfabetico è un ordine complicato (cioè un ordine non definito attraverso una qualsivoglia regola di costruzione).
Proseguendo in questo ragionamento, potremmo credere che l’ordine complicato possa apparire, a chi non ne conosca le regole arbitrarie, simile al disordine.
Ripetiamolo: un ordine complicato non è un disordine. Potremmo addirittura spingerci a trarre una conclusione sorprendente: il disordine non esiste. Esiste solo l’ordine complicato.
Per esempio, quando nella vita di tutti i giorni ci capita di mettere in ordine un insieme di oggetti, procediamo a una selezione e alla fine eliminiamo una parte di questi oggetti in disordine. Ma questa operazione serve solo a imporre un ordine complicato, un nostro ordine, di cui possiamo essere – o non essere – coscienti.
In questo insieme, la scelta degli oggetti da eliminare viene spesso affidata alle regole del caso. Si getta per primo l’oggetto che per primo ci capita tra le mani e si continua così. Si tratta dunque di un processo (di cui non siamo coscienti), ed è questo processo a fungere da regola (arbitraria) per un ordine complicato.
Ciò che chiamiamo «ordine» è essenzialmente uno strumento mnemotecnico, che si basa su regole semplici. In quanto all’«ordine complicato», ha anch’esso delle regole, ma assai meno semplici. Queste regole non ammettono forme abbreviate.