«I segni possono essere lettere o filastrocche, ma anche tratti del tutto asemantici e proprio per questo caricabili d’un significato più misterioso: quello che ogni singolo spettatore gli vorrà attribuire, così da rendere ogni «poema visivo» – come sempre dovrebbe essere per tutte le opere d’arte – l’incontro tra l’immaginario dell’artista e quello del fruitore».
Gillo Dorfles, Magdalo Mussio. Il filo d’un discorso pittorico, 2004
Magdalo Mussio è stato un artista versatile, interprete e comprimario della complessa vicenda intellettuale del secondo Novecento. Questo libro ne ricostruisce il profilo e la ricerca attraverso contributi e testimonianze di studiosi ed esperti che hanno incrociato il suo percorso creativo. Sedimentata in opere a dominante scritturale, l’indagine di Mussio è stata un’esplorazione senza confini, caratterizzata da una gestualità disinvolta e funambolica, che fissava pensieri, catturava parole e immagini per conservarli in note e appunti. Un «pensiero figurato» – come ebbe a definirlo Gillo Dorfles –, nato nell’ambito della poesia visuale e coltivato in diversi campi (dall’editoria alla grafica, dalla pittura alla scenografia, dal teatro alla video-animazione), che nel tempo è diventato pura meditazione gestuale, incarnandosi in raffinati «poemi visivi», assemblaggi di calligrafia criptica e iconica da cui sempre riemerge il percorso simbolico del mondo.