Clotilde Leguil ci porta dietro le quinte dell’elaborazione lacaniana partendo da una correlazione segreta e paradossale con la filosofia sartriana dell’esistenza. Se il rapporto di Lacan con Sartre è simile a una relazione pericolosa, è perché c’è il rischio di un equivoco e di un malinteso: l’esistenzialismo sartriano nega la dimensione dell’inconscio mentre la prospettiva lacaniana introduce lo strutturalismo in psicoanalisi per ripensare l’inconscio freudiano. Lacan non indietreggia davanti a queste antinomie. Reinveste i concetti della filosofia esistenziale per far suonare loro un nuovo spartito, quello dell’esperienza analitica come esperienza soggettiva. Con le nozioni di desiderio, di mancanza e d’angoscia, la psicoanalisi lacaniana sostiene nel XXI secolo l’irriducibile singolarità dell’essere parlante.
Clotilde Leguil è psicoanalista e professore associato di filosofia, nonché membro dell’École de la Cause freudienne e ricercatore al Dipartimento di psicoanalisi dell’Università Paris VIII. Autrice di Les amoureuses, voyage au bout de la féminité (Seuil, 2009), In Treatment. Lost in Therapy (PUF, 2013) e L’Être et le Genre. Homme/Femme après Lacan (PUF, 2015) ha scritto la prefazione alla nuova traduzione di Freud presso le Edizioni Seuil (2010-2011) e un contribuito a L’Anti-libro nero della psicoanalisi sotto la direzione di Jacques-Alain Miller (Quodlibet, 2007).
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