Partendo da una rapida ricostruzione della rete teorica che l’architettura italiana ha saputo intessere tra storia, interpretazione e progetto, nella prima parte di questo saggio l’autore ne analizza gli esiti, ripercorrendo alcune celebri mostre tenutesi al MoMA di New York, quelle che, a suo avviso, hanno più di tutte saputo cogliere i segni del mutamento dell’orizzonte filosofico (dal razionalismo al postmoderno, fino al nuovo realismo), influenzando così il pensiero
architettonico occidentale e quello progettuale italiano in particolare: parliamo di Modern Architecture (1932), curata da Philip Johnson e Henry-Russell Hitchcock, di Deconstructivist Architecture (1988), curata da Philip Johnson e Mark Wigley, e di Small Scale, Big Change: New Architectures of Social Engagement (2010), curata da Andres Lepik.
Nella seconda parte, il volume delinea invece gli ambiziosi tratti di un’architettura contemporanea che, nel rispetto della storicità e della tipicità italiane, sia in grado di esplorare possibili contaminazioni, e introduce il tema della sostenibilità, ovvero della compatibilità tra le esigenze del progetto e le istanze della comunità. Ne scaturisce una strategia complessiva, che, pur informata ai quattro punti dell’approccio Adaptabily loop di Haeckel (senso, interpretazione, decisione e atto), ne individua un quinto, l’esito, quale elemento di sintesi interpretativa delle coordinate progettuali della contemporaneità. Quella di Alessandro Gaiani è dunque una metodologia di ri-condizionamento circolare, inteso come possibilità di includere in un unico brano di città differenti spazi e luoghi, figure diverse, giustapposte in modo contemperato. La nuova comunità alla quale tale strategia si rivolge dovrà perciò sviluppare un’attitudine positiva nei confronti della sovrascrittura urbana, in quanto i fenomeni di apposizione e disgiunzione sono destinati ad aumentare. Come
ebbe ad affermare profeticamente Michel Foucault, occorrerà «preferire ciò che è positivo e multiplo, la differenza all’uniforme, il flusso alle unità, i dispositivi mobili ai sistemi. Credere che ciò che è produttivo non è sedentario, ma nomade».
Alessandro Gaiani svolge attività didattica e di ricerca presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara. Autore e curatore di numerosi libri, saggi e articoli sulle metodologie di progettazione, di rigenerazione urbana e degli edifici esistenti, ha fatto dell’approccio strategico ibrido e sostenibile la propria cifra progettuale, vincendo concorsi nazionali e internazionali. Per Quodlibet ha pubblicato Paesaggi periferici. Strategie di rigenerazione urbana (con Andrea Boeri, Roberto Di Giulio, Maria Cristina Forlani, Vittorio Manfron e Roberto Pagani, 2013).