Da sempre l’Informe, come l’«isola che non c’è» assedia il nostro immaginario. Se per sua natura è indefinibile, non comunicabile, dato che possiamo scambiarci solo ciò che ha convenzionalmente una forma, tuttavia nelle modalità più diverse e sorprendenti ci coinvolge, ora seducente e ora minaccioso.
Il titolo adottato per questo studio, Epifanie dell’Informe, vuole segnalare l’impossibilità di dare un carattere sistematico ad una indagine su una tematica così vasta ed eterogenea qual è quella che a vario titolo può essere ricondotta sotto l’etichetta dell’Informe. Avvalendosi di uno strumento come l’analogia, che consente un massimo di duttilità, il testo affronta innumerevoli declinazioni dell’epifania dell’Informe, prendendo le mosse dal dibattito innescato nel corso del Novecento da una provocatoria definizione formulata da Georges Bataille, e che oltre a polemiche e commenti ha promosso una riflessione particolarmente stimolante sulle arti e non solo. La sequenza delle “epifanie” consente di passare dalle macchie di Leonardo o di Rorschach, ai “papiers marbrés”, alle pieghe del Barocco, al Macabro, alla tradizione dei vampiri, all’inframince e al Nulla, in una ricognizione particolarmente suggestiva.
Alberto Castoldi è professore emerito di Letteratura francese all’Università di Bergamo.
Le sue ricerche si concentrano sulle tematiche dell’immaginario nella Modernità. Fra le sue pubblicazioni più recenti: Bibliofollia (2004), «In carenza di senso». Logiche dell’immaginario (2012), Il Flâneur. Viaggio al cuore della modernità (2013).