Catalogo / Dieci inverni. 1947-1957

Dieci inverni. 1947-1957
Contributi ad un discorso socialista
A cura di Sabatino Peluso
Con un saggio di Matteo Marchesini
ISBN 9788822901910
2018, pp. 384
140x220 mm, brossura
€ 24,00
€ 22,80 (prezzo online -5%)
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Il libro

«In quegli anni gli inverni furono o mi parvero molto lunghi. Uscivo di prima mattina su di un terrazzo, fra i tetti coperti di neve, a prender carbone per la stufa; e altro quando veniva buio. Rimanevo a guardare come il metallo si arroventava. Dalla finestra, vedevo tetti, cortili, fumi, di una Milano vecchia, semidistrutta; poi, nuova. Erano inverni profondi, faticosi. Le rovine che avevamo intorno come l’allegoria di un riscatto possibile spariva per dar luogo ad una città opulenta e meschina. Spariva l’Italia popolare e orgogliosa delle sue piaghe che un tempo aveva scoperto e amato se stessa fra resistenza e dopoguerra; o, se dal sud ne venivano voci e le grida, con le notizie degli eccidi, sembrava intollerabile e inguaribile come il nostro passato; e un’altra Italia veniva avanti, avviluppata nel cinismo di settimanali, bruciata dalla speculazione, coperta di manifesti, piena di colore e di stanchezza coloniale; fatta con la nostra stessa vita, e, come un figlio, irriconoscibile. Eppure bisognava impararne l’avvenire. Volevamo sperare di decifrarvi i destini personali e generali. Perché il mondo, come dice Schlegel, è e rimane la nostra unica spiegazione.»

«Letterato per i politici, ideologo per i letterati», com’ebbe a definirsi, Franco Fortini in questo libro pubblicato per la prima volta nel 1957 è già il saggista eclettico e rigoroso e il critico affilatissimo destinato a influenzare più di una generazione e a lasciare un’impronta indelebile nella seconda metà del Novecento. La generazione del ’68 incontrò in Dieci inverni alcuni dei suoi temi privilegiati, come il rifiuto dello stalinismo (ma anche del progressismo), la denuncia dei ritardi della cultura della sinistra ortodossa, l’analisi della nascente industria culturale e della funzione della critica in essa; ma è l’ostinata determinazione a non disgiungere la dimensione etica da quella politica che segna ogni pagina del libro – «uno dei tanti che almeno dall’età giacobina hanno in Europa chiamato a resistenza e rigore (o si dica alle virtù civili)» – a definire la cifra distintiva e più durevole dell’intera opera fortiniana.

Indice
  • Prefazione [1973]
  • Dieci inverni 1947-1957
  • Il senno di poi
  • Parte prima. Discorso indiretto
    • Che cosa è stato «Il Politecnico»
    • Per una critica come servizio
    • La biblioteca immaginaria
    • Kafka e la critica delle cose
    • L’uomo in rivolta
    • La selva ironica
    • Nikolaj e Čekmen ́
    • Il metellismo
    • Arti e proposta umana
    • Quale arte? Quale comunismo?
    • Disegno industriale
    • Tre film: Ladri di biciclette, Due soldi di speranza, La strada
    • Da Pavese
  • Parte seconda. Da un «Libro bianco» (1950-1953)
  • Parte terza. Discorso diretto
    • La morale di guerra
    • A un socialista: neutralità 1949
    • A un comunista: neutralità 1949
    • Per una rinuncia all’unanimità
    • I dannati della terra
    • «Cadere correttamente»
    • Le vie degli ex comunisti seguito da Conclusioni
    • Chi non spiega è responsabile
    • Comunismo e Occidente
    • Risposta a una risposta
    • Un discorso di Nenni
    • Dialoghi con se stessi
    • Per la «dichiarazione sulla ideologia dei monopoli»
    • Industria e cristianesimo
    • Disguidi
    • La morte nella storia
    • «Operazio»
    • Politicità e autonomia della cultura
    • Paradosso delle riabilitazioni
    • Direzione collettiva e questione di fiducia
    • Stalinismo e unanimità tendenziale
    • Il lusso della monotonia
    • Ad una rivista sovietica
    • Lettera a un comunista
  • Appendice
    • Nota del curatore
    • Avvertenza [1957]
    • Risvolto di sopraccoperta 1957
    • Quarta di copertina 1973
    • Lo stato-guida
    • Per «Dieci inverni»
  • Notizie sui testi
  • Dialettica e pazienza. I Dieci inverni di Franco Fortini di Matteo Marchesini
  • Indice dei nomi
L'autore
Franco Fortini

Nato a Firenze nel 1917, Fortini ha vissuto in quella città gli anni giovanili, entrando in contatto sia con i protagonisti della stagione dell'Ermetismo, sia con gli intellettuali che prima della guerra hanno fatto la storia della cultura italiana, da Montale a Noventa e Vittorini.
Dopo aver partecipato alla Resistenza in Valdossola diventa redattore del «Politecnico», dal 1948 al 1953 lavora alla Olivetti, per la quale continua a collaborare come copywriter fino agli anni '60; scrive per riviste e quotidiani, tra cui «Officina», «Quaderni rossi», «il manifesto» e il «Corriere della Sera». Nel 1985 gli è stato conferito il Premio Montale - Guggenheim per la poesia. È morto a Milano nel novembre '94. La produzione di Fortini comprende la saggistica, la poesia, la narrativa, sceneggiature, traduzioni in versi ed in prosa dal francese e dal tedesco.
La sua opera poetica è raccolta in Fortini Fortini, Tutte le poesie (Oscar Mondadori, 2014); un’antologia degli scritti saggistici è in Saggi ed epigrammi (Mondadori, 2003). Nelle edizioni Quodlibet sono apparsi I cani del Sinai (2002, 2020), Un giorno o l’altro (2006), Lezioni sulla traduzione (2011), Dieci inverni. 1947-1957 (2018), Foglio di via e altri versi (edizione critica e commentata, 2018), oltre al catalogo ragionato della produzione pittorica e grafica Disegni Incisioni Dipinti (2001). Fortini ha tradotto Flaubert, Eluard, Doblin, Gide, Brecht, Proust, Goethe, Einstein, Queneau, Kafka.

Pubblicazioni dell'autore
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