Il testo si propone di affrontare il tema dell’utilizzo di quella grande eredità che è l’edilizia residenziale pubblica prodotta nella seconda metà del Novecento. Questo patrimonio di case popolari coincide infatti, per lo più, con la moderna periferia delle città, e viene spesso percepita dall’opinione pubblica come problematica, brutta, sbagliata, luogo di degrado estetico, sociale, fisico e ambientale. Eppure, a partire dal secondo dopoguerra, la periferia costituisce oramai per quantità una parte rilevante delle nostre realtà urbane, una realtà nella quale diventa sempre più difficile distinguere lo stile dell’intervento pubblico dalla sua imitazione privata.
Inquadrando il tema in un orizzonte internazionale, il volume passa in rassegna le pratiche e le sperimentazioni, i metodi e le strategie progettuali adottati in tutta Europa per il rinnovo di questo grande parco edilizio: da Bordeaux (Anne Lacaton & Jean-Philippe Vassal, Frédéric Druot e LAN) a Parigi (Lion, Lapierre, Gap, Berim e aasb_agence d’architecture suzel brout), da Sheffield (Hawkins/Brown) ad Amsterdam (Atelier Kempe Thill e NL Architects, XVW Architectuur), da Zurigo (Burkhalter Sumi) a Milano (Studio Albori). Secondo gli autori, infatti, questo patrimonio può diventare una risorsa su cui innescare processi di trasformazione – Renzo Piano li definirebbe «rammendi» –, probabilmente gli unici sostenibili dal punto di vista economico, sociale e ambientale.
Chiude il saggio un doppio esercizio progettuale, che tenta di applicare gli stimoli e gli esempi europei a due zone periferiche del Lazio, il Casale Caletto a Roma e il complesso residenziale Le Vele a Latina.
Roberto Bianchi (Roma 1972), architetto, è dottore di ricerca in Cultura tecnologica e Progettazione ambientale presso l’Università «G. d’Annunzio» di Chieti-Pescara. Dal 2002 svolge attività di ricerca ed è professore a contratto presso la Facoltà di Architettura della Sapienza Università di Roma e dal 2016 presso la Scuola di Ateneo di Architettura e Design «Eduardo Vittoria» (SAAD) dell’Università di Camerino ad Ascoli Piceno. È socio fondatore dello studio Bianchivenetoarchitetti.
Spartaco Paris (Roma 1973), architetto, prima e dopo la laurea alla Sapienza Università di Roma ha avuto esperienze di studio e ricerca all’estero, presso la Oxford Brookes University, l’ETSA di San Sebastián e l’ETH di Zurigo. Dottore di ricerca in Tecnologie energetiche ed ambientali per lo sviluppo, è attualmente professore associato di Tecnologia dell’architettura presso la Facoltà di Architettura della Sapienza Università di Roma.