«Per chi sa osservare, tutto è arte. La natura, la città, l’uomo, il paesaggio, l’atmosfera, ciò che chiamiamo “umore”, e, infine e soprattutto, la luce.
Peraltro, tutti conoscono l’arte degli artisti, quella firmata. Pittori, scultori, musicisti, scrittori, cineasti, danzatori ecc. sono chiamati in causa sulla questione dell’arte, a proposito della quale, come si sa, c’è sempre molto da dire.
Esiste tuttavia un luogo indefinito nel quale si incrociano il dominio elementare della natura – le contingenze – e il territorio marcato dall’uomo.
Questo terreno d’incontro produce figure che sono al tempo stesso lontane dall’arte e vicine, a seconda delle definizioni che se ne danno. Per quanto mi riguarda, considero come arte involontaria il felice risultato di una combinazione imprevista di situazioni o di oggetti organizzati conformemente alle regole d’armonia dettate dal caso.»
Gilles Clément
Gilles Clément (Argenton-sur-Creuse, 1943), è stato
a lungo docente presso l’École nationale supérieure de
paysage di Versailles. Scrittore prolifico, ha influenzato
con le proprie teorie e con le proprie realizzazioni (tra
queste il Parc Matisse di Lille e, a Parigi, il Parc André
Citroën di Patrick Berger e il Musée du quai Branly di
Jean Nouvel) un’intera generazione di paesaggisti. Da
molti anni conduce esperimenti nel suo giardino di
La Vallée (Nuova Aquitania). Nel 2022 ha ricevuto il
Global Award for Sustainable Architecture dalla Cité de
l’architecture et du patrimoine di Parigi.
Con Quodlibet ha pubblicato Manifesto del Terzo paesaggio
(2005, 2016), Il giardino in movimento (2011, 2023), Breve storia del giardino (2012), Giardini,
paesaggio e genio naturale (2013), Ho costruito una casa da
giardiniere (2014, 2022), L’Alternativa ambiente (2015),
Breve trattato sull’arte involontaria (2019).