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Argomenti per un dizionario del design
A cura di Carlo Vinti
ISBN 9788822902849
2019, pp. 480
167x240 mm, brossura con bandelle, illustrazioni bn
€ 32,00
€ 30,40 (prezzo online -5%)
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Il libro

«Quando, attraverso il tempo, l’evoluzione del linguaggio passò da poche parole a un numero di espressioni sempre maggiore, divenne necessario l’uso di un “dizionario” capace di elencare i vari termini e dare per ognuno la giusta interpretazione. È possibile, in un certo senso, paragonare quest’evoluzione all’itinerario percorso dal design».
Ugo La Pietra

Trenta voci – dedicate a temi come l’Arredo domestico, l’Artigianato, la Città, la Moda e la Tecnologia – sono la struttura portante di questo atipico dizionario, che raccoglie un centinaio di testi scritti da Ugo La Pietra sui molteplici problemi legati alla cultura del progetto e riferiti alla grande area disciplinare che va dalle arti applicate al disegno industriale, fino all’architettura. Gli articoli e i saggi qui pubblicati, sempre accompagnati da immagini cariche di indicazioni esemplificative, di ironia e di allusioni metaprogettuali, coprono un arco temporale che va dal 1972 a oggi, e testimoniano del continuo e inarrestabile esercizio conoscitivo dell’autore.
Come sottolinea Carlo Vinti, il curatore di questo volume, La Pietra «ha segnalato costantemente la necessità di inserire una dimensione di ricerca non solo nelle scuole ma anche nella professione, nelle industrie e nei laboratori artigianali; ha predicato il metodo dei “travasi” e degli sconfinamenti, contro ogni specialismo settoriale», e, in questo senso, si è inscritto nella tradizione squisitamente sperimentale di Gio Ponti, poiché affascinato dalla sua capacità di attraversare tutte le arti, dall’architettura alla pittura, dalla decorazione all’arredamento.
Quando Ugo La Pietra afferma provocatoriamente che «il design non esiste come disciplina», entra in risonanza con l’altro protégé milanese di Ponti, Ettore Sottsass, e con la sua stramba idea di produrre «pensieri, disegni, programmi e utopie, frasi e rivolte, irriverenze e sarcasmo, scatti paranoici e dolcezze angeliche, errori insostenibili e intuizioni che la gente, per ridere, chiama “controdesign”». Ma in fondo le riflessioni di La Pietra – «che con Mendini resta il maggior generatore di pubblicazioni sull’architettura radicale», secondo Adolfo Natalini – nascono dall’urgenza di comprendere i problemi della società contemporanea, mantenendo il più possibile aperto il proprio campo visivo al grido di «Abitare è essere ovunque a casa propria», interrogando cioè anche la cultura materiale, quella invenzione o re‐invenzione del quotidiano che la modernità ha volutamente emarginato.

Galleria d'immagini
Indice
  • Il design come campo di indagine: le ricerche e la scrittura di Ugo La Pietra, di Carlo Vinti

  • Argomenti per un dizionario del design

  • Presentazione
  • Arredo domestico
  • Arredo urbano
  • Artigianato
  • Associazioni
  • Città
  • Concorsi
  • Consumo
  • Culture marginali
  • Definizioni stilistiche
  • Design
  • Designer
  • Didattica
  • Esportazione
  • Genius loci
  • Industria
  • Informazione
  • Luoghi di vendita
  • Memoria
  • Moda
  • Mostre
  • Musei e archivi
  • Oggetti
  • Oggetti in stile
  • Premi
  • Pubblicità
  • Rapporto con l’arte
  • Ricerca
  • Stampa
  • Storico
  • Tecnologia

  • Nota ai testi, di Carlo Vinti

  • Indice dei nomi

L'autore
Ugo La Pietra

Ugo La Pietra è un architetto, artista, regista, musicista e designer dall’estrazione e dalla formazione del tutto eccentrica. Nato in Abruzzo da una famiglia originaria di Arpino – il paese di Cicerone –, è cresciuto a Milano frequentando nei primi anni ’60 il gruppo del Cenobio e Lucio Fontana. È stato inoltre un protagonista dell’architettura radicale, membro del collettivo Global Tools, direttore delle riviste «In» e «Progettare Inpiù», e ha partecipato nel 1972 alla mostra Italy: The New Domestic Landscape al Museum of Modern Art di New York. Da molti anni conduce una ricerca su quell’area che preferisce definire «arti applicate». Le sue opere sono presenti in molti musei, fra i quali il Frac Centre di Orléans e il Centre Pompidou di Parigi. Tra le sue numerosissime pubblicazioni si ricordano: Gio Ponti. L’arte si innamora dell’industria (Coliseum, Milano 1988; Rizzoli, Milano 2009), Abitare la città. Ricerche, interventi, progetti nello spazio urbano dal 1960 al 2000 (Allemandi, Torino 2011) e Il segno randomico. Opere e ricerche 1958‐2016 (Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2016).

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