E se la letteratura italiana includesse anche le traduzioni, il Faust accanto ai Promessi sposi, Così parlò Zarathustra accanto a Un uomo finito, l’Opera da tre soldi accanto a Sei personaggi in cerca d’autore? Attraverso la sociologia di Pierre Bourdieu si può leggere la storia letteraria nazionale in modo nuovo, considerando ogni traduzione come una presa di posizione nel campo di forze di chi fa la letteratura: scrittori, editori, traduttori, accademici e registi con le loro riviste, collane, cattedre e teatri. Le traiettorie italiane di Goethe, Büchner, Mann o Brecht dipendono, per tratti decisivi, da quelle di Giovita Scalvini, Giuseppe Antonio Borgese, Piero Gobetti, Paolo Grassi o Franco Fortini, ma anche di Le Monnier, Bompiani, Frassinelli o Einaudi. A partire dal caso della letteratura tedesca, sette studi affrontano altrettanti snodi della storia letteraria italiana, intrecciando ricostruzione storica e riflessione teorica: dalla diaspora europea dei romantici nel 1821 alla consacrazione del romanzo nel decennio delle traduzioni, fino ad arrivare al presente.
Michele Sisto insegna letteratura tedesca all’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara. È redattore delle riviste «allegoria», «Osservatorio critico della germanistica», del blog germanistica.net e co-direttore della collana Letteratura tradotta in Italia (Quodlibet). Tra le sue pubblicazioni L’invenzione del futuro. Breve storia letteraria della DDR dal dopoguerra a oggi (2009), Scegliendo e scartando. Pareri di lettura di Cesare Cases (2013), Letteratura italiana e tedesca 1945-1970: campi, polisistemi, transfer (2013), Sull’utopia (2017), Lavinia Mazzucchetti. Impegno civile e mediazione culturale nell’Europa del Novecento (2017) e La letteratura tedesca in Italia. Un’introduzione 1900-1920 (2018).