Perché riunire testi di conversazioni che abbracciano quasi l’arco di venti anni? Capita a volte che dei pourparler durino tanto a lungo che non si sa più se facciano ancora parte della guerra o già della pace. Se è vero che la filosofia è inseparabile da una certa qual collera contro l’epoca, è anche vero che essa ci procura una certa serenità. Nondimeno la filosofia non è una Potenza. Le religioni, gli Stati, il capitalismo, la scienza, il diritto, l’opinione pubblica, la televisione sono delle potenze, non la filosofia. La filosofia può conoscere grandi battaglie interne (idealismo-realismo, ecc.), ma sono battaglie da ridere. Non essendo una potenza, la filosofia non può ingaggiare battaglia con le potenze; contro di loro conduce semmai una guerra senza battaglie, una guerriglia. Non può dialogare con loro, non ha nulla da dire, nulla da comunicare, può solo avviare dei pourparler. Poiché le potenze non si accontentano di rimanere esteriori, ma penetrano anche in ciascuno di noi, grazie alla filosofia ciascuno di noi si trova incessantemente in pourparler e in guerriglia con se stesso.
Gilles Deleuze (1925-1995) è uno dei maggiori pensatori contemporanei. Tra i suoi libri tradotti in italiano ricordiamo Differenza e ripetizione (1998), Logica del senso (1975), L’anti-Edipo (con Félix Guattari, 1975), Mille piani (con Félix Guattari, 1988). Di Gilles Deleuze Quodlibet ha pubblicato Bartleby o la formula, in Gilles Deleuze, Giorgio Agamben, Bartleby, la formula della creazione (1993, 2012), Francis Bacon. Logica della sensazione (1995, 2008), Kafka. Per una letteratura minore (1996, 2010), Spinoza e il problema dell’espressione (1999), Pourparler (2000, 2019) e Sovrapposizioni (con Carmelo Bene, 2002, 2012).