Catalogo / Ebrei e cristiani nella Cappella Sistina

Ebrei e cristiani nella Cappella Sistina
Traduzione di Giuseppe Lucchesini
ISBN 9788822903617
2020, pp. 304
160x240 mm, brossura con bandelle, illustrazioni bn
€ 28,00
€ 26,60 (prezzo online -5%)
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Il libro

Negli affreschi sistini numerose scene o figure della storia del popolo ebraico sono presentate come origine, o prefigurazione, della storia cristiana aperta dall’Incarnazione. Il ciclo degli Antenati di Cristo, dipinto sulle lunette e sulle vele della volta, svolge un ruolo essenziale nel connettere le due «età»: l’enumerazione dei patriarchi e dei re della stirpe di Abramo si conclude, in accordo con la genealogia proposta nel Vangelo di Matteo, col nome di Giuseppe, marito di Maria e padre di Gesù.
La tradizione iconografica presentava solitamente questi patriarchi come venerabili figure maschili accompagnate dai loro discendenti; Michelangelo stravolge radicalmente le consuetudini figurative accostando, nelle lunette della Sistina, ai nomi degli antenati una straordinaria serie di famiglie immerse nella vita quotidiana: donne che accudiscono i loro bambini o intente ai lavori domestici, vecchi padri pensierosi o addormentati, personaggi erranti, uomini e donne in attesa. Queste figure presentano tutti i tratti della «carnalità» che san Paolo attribuisce agli ebrei: attaccamento alle abitudini, incapacità di comprendere il senso dei testi al di là del significato letterale e, soprattutto, ostinata cecità rispetto alla Rivelazione.
Considerando gli affreschi della Cappella Sistina come un’unica, formidabile fabbrica visiva della storia cristiana, Giovanni Careri ne rilegge il senso a partire dal nesso stringente che s’instaura tra la costruzione del «corpo glorioso» nel Giudizio universale e l’evocazione del suo limite carnale nelle fisionomie spossate degli Antenati di Cristo. In queste figure dell’epoca che precede l’avvento del Messia è possibile riconoscere, del resto, anche gli ebrei contemporanei a Michelangelo: i loro corpi presentano i segni tipici della stigmatizzazione antiebraica nel tempo della Riforma; con il loro melanconico torpore, sono «l’altro» del quale il discorso cristiano dell’epoca ha bisogno per definire la propria identità, ma sono anche lo specchio del cristiano negligente, l’elemento di inerzia che resiste, ritardandone il compimento, all’accelerazione della storia iniziata con la venuta di Cristo.

Alcune pagine
Indice
  • Nota all’edizione italiana e ringraziamenti

  • Ebrei e cristiani nella Cappella Sistina

  • Introduzione
  • 1. Fabbrica del corpo glorioso: il Giudizio universale
    • Immagine e somiglianza: antropologia della Cappella Sistina
    • Forma serpentinata e conformazione: la «serpentina cristica»
    • Storia dell’arte e teologia dell’immagine: Vasari e Gilio
    • Parousia e terribilità: una lettura warburghiana
    • Somiglianza rovesciata: la dannazione
    • Giudicare sé stesso
    • Giudizio o resurrezione?
    • Michelangelo nel Giudizio universale

  • 2. Il montaggio della storia nella Cappella Sistina
    • Il tempo rimontato: la tipologia al suo limite
    • La storia degli ebrei e quella dei cristiani

  • 3. La vita secondo la carne
    • Torpore e negligenza degli Antenati di Cristo
    • Dalla genealogia carnale alla parentela spirituale
    • Il ritardo di Giuseppe
    • Inclusione/esclusiva. Il papa incontra gli ebrei
    • «Dio ha dato loro uno spirito di torpore»
    • Un atlante del nucleo familiare: iconologia e morfologia
    • L’ebreo, figura del cristiano negligente: un autoritratto di Michelangelo come antenato del Cristo

  • Epilogo. Aspettando Godot nella Cappella Sistina

  • Note
  • Indice dei nomi

L'autore
Giovanni Careri

Giovanni Careri è Directeur d’études all’EHESS di Parigi e professore di storia e teoria dell’arte all’Università Iuav di Venezia. Lavorando all’incrocio tra storia dell’arte, antropologia e semiotica, si è occupato, tra l’altro, del montaggio delle arti nelle cappelle barocche di Bernini (Voli d’amore, Laterza 1991), della migrazione delle forme barocche (Baroques, Princeton University Press 2003) e della trasposizione pittorica, teatrale e coreografica della Gerusalemme liberata di Tasso (La fabbrica degli affetti, Il Saggiatore 2010). Il suo ultimo libro in lingua italiana è Caravaggio. La fabbrica dello spettatore (Jaca Book 2017).

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