«Ecco dunque che sono innamorato anch’io» pensai, mentre il mio carrozzino continuava la sua corsa.
Infanzia è il primo scritto pubblicato da
Tolstoj (1852) quando aveva ventiquattro
anni, a cui si aggiunge Adolescenza (1854) e
Giovinezza (1857), che assieme ad una quarta
parte mai scritta dovevano costituire il
libro Le quattro età dello sviluppo. Operetta
meravigliosa di questo sommo scrittore
russo, che racconta l’incanto della vita
infantile, «un calmo e inavvertito trascorrere
del tempo», come dirà lui stesso. Il racconto
è in larga parte autobiografico, e in parte
d’invenzione; il protagonista che narra
in prima persona è anche un autoritratto,
come lo saranno Pierre in Guerra e pace, o
Levin in Anna Karenina. Tolstoj lo definirà
romanzo; e il successo che subito aveva
avuto lo spingerà decisamente (per nostra
fortuna) alle grandi e indimenticabili opere
della narrativa maggiore.
E.C.
Lev Tolstoj (1828-1910) apparteneva all’antica aristocrazia russa, precedente a Pietro il Grande. La madre muore quando aveva due anni, e il padre, da lui molto ammirato, a sette anni. L’infanzia, nonostante questi lutti, trascorre felice come una favola nella larga famiglia di una sorella del padre a Kazan’, piena di quei personaggi, parenti e servitori, che compariranno idillicamente nei ricordi e poi nei suoi libri. Come ufficiale d’artiglieria presta servizio nel Caucaso e partecipa all’assedio di Sebastopoli, nella difesa del quarto bastione, il bastione della morte. Abbandonata la carriera militare vivrà principalmente assieme alla moglie e ai tanti figli (quattordici) nella sua tenuta di Jasnaja Poljana, dove allestisce la famosa scuola per i figli dei contadini. Le sue opere sono universalmente conosciute, Guerra e pace (1865-69), Anna Karenina (1875-77) e i tantissimi racconti.