«Uno che costruisce su questa rovina
un monumento, una festa e un trionfo
di lacrime».
Questo libro di Cesare Garboli (prima
edizione 1990) sarebbe a prima vista il
commento a trenta poesie minori di
Pascoli; se non fosse diventato un’indagine
accuratissima e divertente su quel romanzo
non scritto e sepolto nell’opera poetica di
Pascoli, dove il poeta, immerso nella sua
irresoluta angoscia, gode dei suoi fangosi
piagnistei, come il più orfano personaggio
di tutta la letteratura.
Quasi metà del libro è occupato dalla
interessantissima biografia, in forma di
cronologia; trama appunto di questo
romanzo nascosto, che in fondo, dice
Garboli, è anche molto divertente.
Un modo di accostarsi a Pascoli, a questo
straordinario poeta, con una chiarezza e
un’intelligenza non comuni; e soprattutto
un modo che spazza via l’impoverimento e
la banalizzazione scolastica.
E.C.
Cesare Garboli (Viareggio 1928-Roma 2004) è stato uno dei più originali critici letterari del Novecento, sempre sorprendente, accurato, e con un impalpabile gusto per l’umorismo. I suoi scritti sono stati pubblicati in diverse raccolte: La stanza separata (1969), Molière. Saggi e traduzioni (1976), Scritti servili (1989), Falbalas. Immagini del Novecento (1991), Il gioco segreto. Nove immagini di Elsa Morante (1995), Ricordi tristi e civili (2001), Pianura proibita (2002). Del 1982 la bellissima introduzione ai Diari 1927-1961 di Antonio Delfini; postumo Storie di seduzione (2005).