A cura di Gabriele Franci e Claudio Antonio Testi
Presentazione di Maurizio Matteuzzi
Traduzione di Grazyna Maszkowska
Questo saggio di Łukasiewicz è stato considerato per tutto il Novecento una pietra miliare sia fra gli studi dedicati al pensiero di Aristotele – per la ricchezza dei richiami testuali e la perizia nella loro disamina – sia, e soprattutto, per gli
sbocchi che apre alla logica contemporanea, di cui l’autore è universalmente riconosciuto come uno dei principali esponenti. La sostanziale indimostrabilità (ma soprattutto non necessità) logica di una legge all’apparenza inconfutabile come il “principio di contraddizione” consente a Łukasiewicz di giungere alla scoperta della cosiddetta logica polivalente, in cui, in buona sostanza, il “vero” e il “falso” non sono più le uniche due alternative possibili per il pensiero.
Assistiamo a un’escursione del pensiero, tra l’altro di esemplare chiarezza, che per certi aspetti e per certi esiti è affine alle “rivoluzioni copernicane” di Kant o di Gödel, o al percorso di Janós Bolyai che, con altri, ci apre la strada alla pensabilità di universi non euclidei; o anche all’esperienza di Meinong (non a caso maestro di Łukasiewicz) che prova a costruire un sistema basato sulla pensabilità degli oggetti inesistenti. Allo stesso modo Łukasiewicz ci fa vedere come sia perfettamente possibile pensare rigorosamente senza far valere il principio di contraddizione; mentre, a suo parere, la necessità di detto principio deriva dalle sfere dell’etica e della politica, come se si trattasse del collante indispensabile affinché la civile convivenza non si sgretoli come d’incanto.
Jan Lukasiewicz nacque a Leopoli nel 1878 nella cui università si laureò nel 1902 sotto la direzione di Kazimierz
Twardowski. Docente di logica e filosofia a Leopoli per otto anni, nel 1915 si trasferì a Varsavia e nel 1918 fu nominato ministro della Pubblica Istruzione. Ripresa la docenza a Varsavia, vi restò fino alla seconda guerra mondiale, quando fu costretto a fuggire dalla Polonia, per poi accettare nel 1946 la cattedra di logica matematica alla Royal Irish Academy, incarico che tenne fino alla morte avvenuta a Dublino nel febbraio del 1956.
I suoi studi logici, fondamentali sia sul piano storico sia teorico, vanno dalla sillogistica aristotelica alla
scoperta delle logiche polivalenti, dalla riscoperta della logica proposizionale stoica, allo sviluppo assiomatico
dei calcoli proposizionali. Tra gli innumerevoli articolie volumi, ricordiamo, oltre allo studio qui presentato:
O nauce (Sulla scienza), O logice trójwarto ciowej (Sulla logica trivalente), O logice Stoików (Sulla logica degli stoici), Elementy logiki matematycznej (Elementi di logica
matematica), Aristotle’s Syllogistic from the Standpoint of Modern Formal Logic (La sillogistica di Aristotele dal punto di vista della moderna logica formale), A System of Modal Logic (Un sistema di logica modale).