Noto a molti soprattutto per la sua prosa,
Peter Handke è anche un autore di teatro
tra i più sorprendenti del nostro tempo,
che ha innovato, e in modo radicale,
la scrittura drammatica, ponendo sfide
continue alla pratica teatrale. Questo
volume presenta il suo primo testo per la
scena, Insulti al pubblico, divenuto subito
un classico del teatro contemporaneo,
insieme alle altre sue prime pièces: si tratta
di Sprechstücke, pièces vocali, che tra il 1966
e il 1970 lo impongono prepotentemente
nel panorama internazionale, declinando
in una maniera particolarissima la svolta
performativa e postdrammatica che segna
il teatro di quegli anni.
Handke si lascia alle spalle le abitudini e
le strutture della tradizione drammatica,
si fa ispirare dalla musica dei Beatles,
dalle litanie cattoliche e dalla filosofia
del linguaggio di Ludwig Wittgenstein,
per mettere al centro del palcoscenico il
linguaggio come evento ritmico-fisiologico
e come sistema di assoggettamento,
strumento di coercizione e potenza
poetica di liberazione. Il volume
propone anche una pièce muta, in cui
temi e sperimentazioni delle pièces
vocali si ripresentano nella forma di una
pantomima che ci parla anche del teatro
e delle sue rivolte. Il teatro rinuncia a
convenzioni secolari per fare spazio a una
riflessione giocosa e acuminata sul proprio
desiderio di divenire altro.
Peter Handke è nato a Griffen (Carinzia) nel 1942, da madre slovena e padre tedesco. Considerato tra i più importanti scrittori contemporanei europei, è autore di provocatorie pièces teatrali (come Insulti al pubblicoe Autodiffamazione, 1966), di numerose opere in prosa (tra cui I calabroni, 1966; Prima del calcio di rigore, 1970; Infelicità senza desideri, 1972; La donna mancina, 1976; Canto alla durata, 1986; Il mio anno nella baia di nessuno, 1994; In una notte buia uscii dalla mia casa silenziosa, 1997; Un disinvolto mondo di criminali. Annotazioni a posteriori su due attraversamenti della Iugoslavia in guerra. Marzo e aprile 1999, 2000; La montagna di sale: una storia di inizio inverno, 2007; Saggio sul luogo tranquillo, 2012) e di sporadiche, altissime, prove di poesia (come Canto alla durata, 1986). Ha inoltre collaborato alla sceneggiatura di alcuni film di Wim Wenders, come Falso movimento (1975) e Il cielo sopra Berlino (1987).
Nel 1973 è stato insignito del premio Georg Büchner (riconsegnato nel 1999 in segno di protesta contro i bombardamenti della Nato in Serbia), nel 2009 del premio Franz Kafka e, nel 2014, dell’International Ibsen Award.
Nel 2019 gli è stato assegnato il Premio Nobel per la Letteratura.