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«Cresci a New York, ascolti i ritmi dei treni, ascolti i ritmi del vapore,
ascolti ogni tipo di ritmo. I radiatori e i treni. Il che mi iniziò, credo,
a quella che è stata definita wave music. Imparai a suonarla dalle
onde. Ma no, ho sempre ascoltato: gli incidenti stradali, quando il
cerchione vola via e cade a terra dopo lo schianto dello scontro, per
cui c’è un altro suono che arriva. Ascoltavo tutte queste cose. E finii
per metterle in musica.»
Barry Altschul
Fine anni Sessanta, periodo magico della cultura
giovanile: il grande trombettista Miles Davis
trasforma il proprio quintetto jazz spingendolo
verso il funky e altri generi giovanili. In breve
il gruppo (con Wayne Shorter al sax) cambia
tutta la sezione ritmica, ma in questa nuova
veste non entrerà mai in studio d’incisione,
e per questo la critica lo chiama il Quintetto
Perduto: Chick Corea è al piano elettrico, Dave
Holland ai bassi, Jack DeJohnette alla batteria.
Il critico Bob Gluck ne esplora la musica, che si
rivela un amalgama straordinario di elettronica,
ritmi metropolitani, interazione collettiva e
sperimentazione pura. Ma Gluck va oltre,
mostrando il tessuto connettivo fra quelle idee e
le nuove avanguardie. Corea e Holland escono
dal quintetto per formare il gruppo Circle con
il batterista Barry Altschul e il sassofonista
Anthony Braxton; Braxton e DeJohnette sono
membri di un’associazione di sperimentatori da
cui nasce un altro trio che Gluck ci fa riscoprire,
il Revolutionary Ensemble. La musica d’allora
era tutta percorsa da aneliti rivoluzionari.
Bob Gluck è pianista, compositore, storico del jazz, rabbino e professore di musica alla State University of New York, Albany. È autore di You’ll Know When You Get There. Herbie Hancock and the Mwandishi Band (The University of Chicago Press, 2012) e di The Musical World of Paul Winter (Intelligent Arts, 2019). Ha pubblicato undici dischi con le etichette Fmr, Ictus e Emf Media.