Nell’ambito della rinascita della filosofia di Aristotele nell’Ottocento, una collocazione particolare spetta all’ampio dibattito sulla dottrina delle categorie che ha coinvolto filosofi, filologi e storici della filosofia antica come Trendelenburg, Zeller, Brandis, Bonitz, Prantl, Brentano, Steinthal e Apelt. All’origine del dibattito vi sono le critiche mosse da Kant, e riprese da Hegel, alla dottrina delle categorie di Aristotele. Nel replicare a Kant – ma nel tempo il dibattito si rende indipendente dalle critiche kantiane – i vari autori offrono una disamina della dottrina categoriale aristotelica da più punti di vista e, allo stesso tempo, una ricostruzione e un commento di una teoria sparsa in tanti testi dello Stagirita. Alle interpretazioni linguistica, ontologica e semantica della dottrina delle categorie si affiancano quelle che ne danno una lettura in chiave evolutiva, oppure la riconducono a un’origine platonico-accademica, o ancora la intendono come una struttura concettuale in cui trovano ordine le nostre rappresentazioni. Nell’indagare l’origine e definire il significato delle categorie non ci si può esimere dal rispondere alla classica domanda: che cos’è l’essere?
Venanzio Raspa è professore ordinario di Filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Fra le sue pubblicazioni e curatele più recenti: K. Twardowski, Logik. Wiener Logikkolleg 1894/95, Berlin-Boston 2016 (in coll. con A. Betti); A. Meinong und K. Twardowski, Der Briefwechsel, Berlin-Boston 2016; Thinking about Contradictions. The Imaginary Logic of Nikolai Aleksandrovich Vasil’ev, Cham 2017; Psychological Themes in the School of Alexius Meinong, Berlin-Boston 2020 (in coll. con A. Dewalque). Per i nostri tipi ha pubblicato: Bernard Bolzano e la tradizione filosofica, 2011 (in coll. con S. Besoli e L. Guidetti); Le buste di Mimì. Cronaca di un’adozione, 2016; Otto Apelt, La dottrina delle categorie di Aristotele, 2020.