Con questa edizione viene reso pubblico per la prima volta
uno dei carteggi più significativi ed estesi del Novecento: si
tratta di 338 lettere, inedite nella quasi totalità, che Eugenio
Montale e Sergio Solmi si sono scambiati tra il febbraio del
1918 e il luglio del 1980.
Questo scambio epistolare consente di assistere al formarsi dello stile poetico montaliano e di vederlo modellarsi
lungo la dima delle indicazioni del suo interlocutore; di scoprire risvolti nuovi circa la genesi della prima e della seconda edizione degli Ossi di seppia (1925, 1928); di seguire da vicino lo sviluppo del pensiero critico solmiano e di constatare
l’enorme fascino che esercitava su Montale e sull’ambiente
culturale italiano; di ricostruire la rete di relazioni fitte e
articolate formatasi via via attorno ai due corrispondenti, e
di ripercorrere le vicende cruciali di alcune fra le principali
riviste letterarie del secolo trascorso; di rileggere la portata internazionale del lancio dell’opera di Svevo (a Montale vanno riconosciuti i meriti dello scopritore) attraverso il
racconto dei protagonisti e l’esplorazione dei legami da loro
intrattenuti con alcune figure chiave della cultura europea,
come James Joyce, Valery Larbaud, Bobi Bazlen e (non ultimi) T. S. Eliot e Mario Praz. Nello scambio, ricco delle
confidenze e degli slanci affettivi permessi da un rapporto
di stima incondizionata e di fervida amicizia, si riconosce la
testimonianza viva di quasi un secolo di storia, visto con lo
sguardo disincantato – ma sempre partecipe – di due personalità d’eccezione. Nelle considerazioni sussurrate a mezza
voce tra le righe delle lettere affiorano riferimenti all’assassinio di Matteotti, alla morte di Gobetti, alla revoca della
libertà di stampa, all’incontro con Gramsci.
Il carteggio è accompagnato da un saggio introduttivo
che ricostruisce passo dopo passo la storia del rapporto tra
i due interlocutori, da note di commento alle singole lettere, da un ricco sistema di indici. In appendice al volume si
presenta un rilevante numero di articoli, recensioni e notiziari pubblicati anonimi o con pseudonimo da Montale e
Solmi tra il luglio del 1925 e il dicembre del 1935, mai finora
ricondotti ai due autori e individuati grazie alle indicazioni
contenute nelle lettere.
Eugenio Montale (Genova 1896 - Milano 1981) è uno dei maggiori poeti europei del Novecento. In piena guerra, nel 1917, presso la Scuola Allievi Ufficiali di Parma, stringe amicizia con Sergio Solmi, che costituirà nell’arco della sua intera esistenza un punto di riferimento umano e letterario imprescindibile. Dopo gli esordi in rivista (particolarmente su «Primo Tempo») pubblica la sua prima raccolta di versi, Ossi di seppia, uscita presso Gobetti nel 1925 e poi (accresciuta) nel 1928, per le edizioni di Mario Gromo. Le sue liriche successive confluiranno in Le occasioni (1939), Finisterre (1943), La bufera e altro (1956), Satura (1971). Nel 1975 gli viene conferito il premio Nobel per la letteratura, e nel 1980 esce nella collana dei «Millenni» Einaudi la prima edizione critica dell’opera in versi di un poeta vivente, curata da Gianfranco Contini e Rosanna Bettarini.
Sergio Solmi (Rieti 1899 - Milano 1981), saggista e poeta, è una delle più precoci e acute menti critiche del secolo scorso. Dopo la dolorosa esperienza della guerra, collabora al «Baretti» e fonda – con Giacomo Debenedetti e Mario Gromo – la rivista «Primo Tempo». Laureatosi in legge, si trasferisce a Milano, dove viene assunto presso l’Ufficio legale della Comit. Nonostante l’impiego bancario, continua a svolgere un’intensa attività critica, con studi di letteratura francese e italiana (La salute di Montaigne, 1942; Scrittori negli anni, 1963; Studi e nuovi studi leopardiani, 1975) e una fine incursione nella narrativa di genere (Della favola, del viaggio e di altre cose. Saggi sul fantastico, 1971). La ricerca di uno stile che giunga «al punto di contatto con la realtà esterna, con quella mobile impronta sulle cose che è tutta la nostra storia umana», lo conduce sempre più verso una scrittura poetica «oggetto più di pensiero che di canto», che si concretizza nei volumi del 1950 (Poesie) e del 1956 (Levania e altre poesie, accompagnate da una nota di Vittorio Sereni). L’edizione dell’intera opera solmiana è stata pubblicata, fra il 1983 e il 2011, a cura di Giovanni Pacchiano, presso l’editore Adelphi.