Un libro scritto a quattro mani, uscito più di quarant’anni fa (1975), viene
riproposto, con l’aggiunta di due postfazioni, a una nuova generazione di
lettrici e lettori. Un libro anomalo, come anomala è stata la sua fortuna.
Molto criticato dagli addetti ai lavori, con qualche notevole eccezione;
dimenticato in Italia, ma tradotto recentemente in spagnolo (Guadalajara, Messico, 2020), Giochi di pazienza ricompare in un momento in cui i seminari a distanza, per via telematica, si configurano nelle università di
tutto il mondo come una risposta (che ci si augura provvisoria) alla crisi
provocata dalla pandemia.
Ma che cos’è, propriamente, un seminario? Come funziona una ricerca collettiva? Questo che presentiamo è per l’appunto il resoconto di un seminario svolto dai due autori con un gruppo di studenti dell’università di Bologna, sul testo religioso più famoso e discusso del Cinquecento italiano: il Beneficio di Cristo. Non una ricerca compiuta, quindi, ma piuttosto gli «errori» (in senso sia letterale che figurato) e gli andirivieni della
ricerca. Il labirintico alternarsi di ipotesi e di controipotesi, di dissezioni
testuali e di opzioni interpretative, finisce col presentare un’immagine del
lavoro dello storico alquanto diversa da quella, pulita e asettica, diffusa
magari con la complicità dei metodologi più autorevoli. Un’immagine
più «sporca», dove il caso e i presupposti (o i pregiudizi?) ideologici intervengono in maniera imprevedibile nel rigoroso «gioco di pazienza» dell’analisi testuale e della scoperta erudita. Un vero e proprio «giallo»
filologico, sarcastico e autoironico.
La proposta che è al centro di questo libro, nato in età pre-elettronica, è più che mai attuale: la «lettura lenta» di un testo potrà, e dovrà, intrecciarsi al velocissimo girovagare negli spazi invisibili della rete.
Carlo Ginzburg (Torino 1939) ha insegnato all’Università di Bologna, alla UCLA, alla Scuola Normale di Pisa. Tra i suoi libri, tradotti in più di venti lingue: I benandanti (1966); Il formaggio e i vermi (1976, nuova ed. 2019); Indagini su Piero (1981, nuova ed. 1994); Miti emblemi spie (1986); Storia notturna (1989, nuova ed. 2017); Rapporti di forza (1990); Occhiacci di legno (1a ed. 1998); Nessuna isola è un’isola (2002); Il filo e le tracce. Vero falso finto (2006), Paura reverenza terrore (2015); Nondimanco. Machiavelli, Pascal (2018). Ha ricevuto vari premi, tra cui: l’Aby-Warburg-Preis (1992), il premio Feltrinelli per le scienze storiche (2005), l’Humboldt-Forschungspreis (2008), il premio Balzan per la storia d’Europa (1400- 1700) (2010), il premio èStoria (2019), il premio Tomasi di Lampedusa (2019), il premio Francesco De Sanctis alla carriera (2019). Con Quodlibet ha pubblicato la nuova edizione di Occhiacci di legno (2019), Il giudice e lo storico (2020, prima edizione 1991) e Giochi di pazienza. Un seminario sul "Beneficio di Cristo" (con Adriano Prosperi, 2020, prima edizione 1975).
Adriano Prosperi (Lazzeretto – Firenze 1939) ha insegnato alle Università di Bologna, della Calabria, di Pisa e alla Scuola Normale. Tra i suoi libri: Tribunali della coscienza (Einaudi, 1996), L’eresia del Libro Grande (Feltrinelli, 2000), Dare l’anima (Einaudi, 2005), Giustizia bendata (Einaudi, 2008), Il seme dell’intolleranza (Laterza, 2011), Delitto e perdono (Einaudi, 2015), Un volgo disperso (Einaudi, 2019), alcuni tradotti in diverse lingue. Per Quodlibet ha pubblicato Giochi di pazienza. Un seminario sul "Beneficio di Cristo" (con Carlo Ginzburg, 2020).