Cosa significa essere vulnerabili? In che senso possiamo definire la vulnerabilità come ciò che è più proprio dell’essere umano? In che relazione sta la vulnerabilità, la possibilità, cioè, di essere feriti, soggetti a un vulnus – a ogni tipo di vulnus, fisico, psichico, sociale –, con l’esposizione a un fuori che può nutrirci o distruggerci? Simone Weil si interroga su tali questioni a partire dalle differenti forme assunte dal malheur, la sventura, concetto attorno al quale ruotano le sue ricerche. Che tipo di soggettività può farsi carico del malheur e della vulnerabilità degli esseri umani? Che rapporto c’è tra potere e malheur? La filosofia, per Simone Weil, è «cosa esclusivamente in atto e pratica». Non si può, dunque, prescindere, per rispondere a tali questioni teoretiche, dal costante riferimento non solo alla “disciplina spirituale”, centrale per Simone Weil, ma anche alla politica, e, in particolare, al rapporto tra diritti e obblighi, pietra angolare per la costruzione di un mondo sempre più giusto.
Rita Fulco è assegnista di ricerca in Filosofia teoretica presso la Scuola Normale Superiore. Tra le sue pubblicazioni: Corrispondere al limite. Simone Weil: il pensiero e la luce (Studium 2002); Il tempo della fine. L’Apocalittica messianica di Sergio Quinzio (Diabasis 2007); Essere insieme in un luogo. Etica, politica, diritto nel pensiero di Emmanuel Levinas (Mimesis 2013); R. Fulco, T. Greco (a cura di), L’Europa di Simone Weil. Filosofia e nuove istituzioni (Quodlibet, 2019); Soggettività e potere. Ontologia della vulnerabilità in Simone Weil (Quodlibet, 2020).