“Sono vissuto in una stanza vuota...
Quel vuoto ora non fornisce risposte ma
esige un nuovo gesto di sopravvivenza,
un nuovo gesto da riprendere e da ricominciare. Così prima o poi il vuoto ci impedisce di sostare in qualche stazione di
riposo e ci costringe, che lo vogliamo o
no, a pensare sempre tutto daccapo...”
Remo Buti, Firenze, 5 marzo 2020
Il volume è dedicato al lavoro di Remo Buti, e in particolar modo ai vent’anni
dell’attività didattica, dal 1982 al 2002, quale titolare del corso di Arredamento e architettura degli interni presso la Facoltà di Architettura di Firenze.
Buti è stato uno dei protagonisti dell’architettura radicale fiorentina, insieme
a Superstudio, Archizoom, 9999, Zziggurat, ufo e Gianni Pettena, nonché tra i
fondatori di Global Tools. Architetto e abilissimo artigiano – tanto da autodefinirsi “archigiano” –, la sua grande missione e passione è stata l’insegnamento. Molti dei protagonisti della scena del design dagli anni Ottanta a oggi – come Massimo Iosa Ghini e Stefano Giovannoni, fra gli altri – hanno “risciacquato i propri panni in Arno”, vale a dire nel suo corso. Andrea Branzi ha definito Buti come “un grande protagonista segreto della più grande scenografia internazionale del progetto. Un ‘uomo in grigio’, come si direbbe: un maestro apparentemente defilato, che occorre scoprire”.
Il volume presenta appunto sia il lavoro professionale dell’architetto e designer fiorentino, sia i risultati spettacolosi, e inediti, degli elaborati degli studenti del suo corso, documentati con centinaia di immagini. Guardando ai
fantasmagorici progetti non si può non riconoscere come questi anticipassero di anni le tematiche di alcune correnti del design internazionale, e non si può fare a meno di considerare il corso di Remo Buti come uno dei più stimolanti laboratori del design italiano.
Giovanni Bartolozzi, architetto e PhD, è cofondatore dello studio Fabbricanove di Firenze, con cui ha recentemente realizzato la sede del Milano Luiss Hub. Professore del Laboratorio di Progettazione Architettonica ii presso il Dipartimento di Architettura di Firenze, ha insegnato al Design Campus e alla Facoltà di Architettura di Matera. Nel 2018 Fabbricanove è stato selezionato per il Padiglione Italia alla Biennale di Architettura di Venezia con il progetto del nuovo Auditorium della b.c.c. di San Cataldo. Per Quodlibet ha publicato Leonardo Ricci: nuovi modelli urbani (2013).
Pino Brugellis si è formato presso la Facoltà di Architettura di Firenze. Ha lavorato per la Biennale di Architettura di Venezia e ha curato diverse mostre d’arte e di architettura contemporanea. Fra le sue pubblicazioni ricordiamo: Less Aesthetics More Ethics. 7. Mostra Internazionale di Architettura (Marsilio, 2000); L’invisibile linea rossa (Quodlibet, 2009); Utopie Radicali. Archizoom, Remo Buti, 9999, Gianni Pettena, Superstudio, ufo, Zziggurat (Quodlibet, 2017). Dal 2004 al 2015 è stato direttore artistico dell’Osservatorio sull’Architettura della Fondazione Targetti. Fra i suoi ultimi progetti le UDC 3 e 5 di REDO Milano, fra i più grandi e innovativi quartieri di social housing italiano. Vive e lavora a Firenze.
Matteo Zambelli è architetto e dottore di ricerca in Ingegneria edile. È ricercatore presso il Dipartimento di Architettura di Firenze. Ha scritto libri di teoria dell’architettura e sul design thinking, l’ultimo dei quali è La mente nel progetto. L’analogia e la metafora nell’architettura e nel design (DIDA Press, 2019). Ha tradotto quattro libri di Juhani Pallasmaa, con il quale ha scritto Inseminations. Seeds for Architectural Thought (Wiley, 2020). Ha curato la traduzione del volume Building Art. Vita e opere di Frank Gehry di Paul Goldberger (Safarà, 2018). È cofondatore e direttore della collana «La Mano che Pensa» per l’editore Safarà. Collabora con «Abitare» e «Arketipo».