Catalogo / Rabelais

Rabelais
La formazione di parole come strumento stilistico
A cura di Lucia Assenzi e Davide Colussi
ISBN 9788822905567
2021, pp. 368
140x220 mm, brossura
€ 24,00
€ 22,80 (prezzo online -5%)
Acquista
Preferiti
     
StoreDB
Il libro

Racconta Leo Spitzer in una pagina memoriale che in gioventù, una volta avviato allo studio delle lingue romanze, aveva assistito con iniziale sconcerto alle lezioni di linguistica francese tenute dal suo maestro, il grande filologo romanzo Wilhelm Meyer-Lübke. Educato nella Vienna di fine Ottocento al culto dello stile di vita francese, appassionato spettatore delle commedie francesi messe in scena nei teatri della capitale, il giovane Spitzer non sapeva ritrovare traccia dell’esprit francese nei nudi mutamenti linguistici esaminati freddamente in quelle lezioni. Dalla duplice istanza di seguire il modello di studio fornito dalla linguistica storica e prendere nel contempo a oggetto d’analisi un autore provvisto di una fortissima individualità stilistica nasce il lavoro di esordio (1910) del ventitreenne Spitzer, qui proposto per la prima volta in traduzione. Al centro del saggio campeggia l’inesauribile invenzione lessicale di François Rabelais, ma continue sono le digressioni ora nella letteratura francese più recente (con particolare riguardo a Balzac, cui è dedicato il capitolo conclusivo), ora, per influsso dei contemporanei lavori freudiani sulla psicopatologia della vita quotidiana e sul motto di spirito, nella lingua d’uso nella Vienna dell’epoca.

Indice
  • Prefazione, di Davide Colussi
  • Nota al testo, di Lucia Assenzi
  • Abbreviazioni bibliografiche
  • Abbreviazioni dei nomi di lingue e dialetti

  • Rabelais. La formazione di parole come strumento stilistico

  • 1. La formazione di parole come mezzo stilistico
    • 1.1. La formazione di parole nel parlato quotidiano
      • 1.1.1. L’effetto stilistico della formazione estemporanea; 1.1.2. L’effetto comico della formazione estemporanea; 1.1.3. Le formazioni estemporanee intenzionali
    • 1.2. Tra lingua parlata e letteratura: la formazione estemporanea in Nestroy
    • 1.3. La formazione di parole in letteratura: l’esempio di Heine

  • 2. La formazione di parole in Rabelais
    • 2.1. La formazione farsesca
    • 2.2. La formazione burlesca
    • 2.3. La formazione grottesca
    • 2.4. Motivi stilistici generici
      • 2.4.1. Accumulo di sinonimi; 2.4.2. Accumulo di voci con lo stesso suffisso; 2.4.3. Elementi sintatticamente omologhi con identica terminazione; 2.4.4. Analogia di suffissi
    • 2.5. Fenomeni specifici
      • 2.5.1. Tendenza all’elenco; 2.5.2. Terminazioni flessive latine; 2.5.3. Rime interne negli elenchi di parole; 2.5.4. Riferimento al valore dei suffissi; 2.5.5. Anafore prefissali; 2.5.6. Figure etimologiche; 2.5.7. Figure etimologiche e giochi di parole; 2.5.8. Reiterazione e storpiatura di una stessa radice; 2.5.9. Famiglie di parole; 2.5.10. Derivati da nomi propri,; 2.5.11. Derivati da vocaboli di origine straniera,; 2.5.12. Neoformazioni per abbreviare la frase; 2.5.13. Suffissi insoliti; 2.5.14. Giustapposizione di più suffissi; 2.5.15. Formazioni estemporanee che indicano una professione; 2.5.16. Formazioni alterate e superlative; 2.5.17. Altre formazioni parodistiche; 2.5.18. Creazioni originali grottesche; 2.5.19. Formazioni erudite; 2.5.20. Fonti delle formazioni erudite; 2.5.21. Conclusioni

  • 3. La formazione di parole in Balzac
    • 3.1. I Contes drolatiques
      • 3.1.1. Sequenze di suffissi in rima; 3.1.2. Anafore prefissali; 3.1.3. Accostamento di termine semplice e prefissato; 3.1.4. Figure etimologiche; 3.1.5. Altre riprese con variazione; 3.1.6. Trasformazione di nomi propri, p. 288; 3.1.7. Parole-mostri; 3.1.8. Formazioni avverbiali; 3.1.9. Formazioni superflue; 3.1.10. Suffissi superflui; 3.1.11. Suffissi intenzionalmente errati; 3.1.12. Formazioni verbali parasintetiche; 3.1.13. Altre derivazioni verbali; 3.1.14. Formazioni erudite
    • 3.2. La formazione estemporanea in altre opere di Balzac

  • Aggiunte
  • Indice dei nomi
L'autore
Leo Spitzer

Leo Spitzer (Vienna 1887 - Forte dei Marmi 1960) è stato uno dei maggiori linguisti e critici letterari del Novecento. Libero docente dal 1913, fu professore di filologia romanza dal 1925 all’Università di Marburgo e dal 1930 a quella di Colonia. Costretto all’esilio per l’entrata in vigore delle leggi razziali, insegnò dal 1933 a Istanbul e dal 1936 alla Johns Hopkins di Baltimora. Tra le raccolte di saggi letterari disponibili in traduzione italiana: Marcel Proust e altri saggi di letteratura francese moderna (Einaudi, Torino 1959); Saggi di critica stilistica. Marie de France, Racine, Saint-Simon (Sansoni, Firenze 1985).

Volumi della stessa collana