Matera è riletta in questo volume alla luce delle trasformazioni verificatesi durante il suo percorso dalla candidatura fino alla proclamazione di Capitale Europea della Cultura 2019. Liberando l’immaginario e i valori simbolici dei suoi patrimoni, Matera ha provato a rimettere in tensione utopie e distopie del suo passato in dialogo con le discontinuità del futuro. Ma può un progetto culturale esogeno, altamente professionale e internazionale, contribuire all’emersione dell’autentico, allo sviluppo della creatività e di nuove capacità? Forse può farlo ed è proprio nello spazio che riusciamo a cogliere quanto una politica possa incidere su una città. Al di là dell’ambiguità della cosiddetta rigenerazione urbana, è necessario infatti interrogarsi sul modo in cui il progetto urbanistico in esame possa farsi rigenerativo grazie a una precisa politica culturale, contribuendo a superare la logica dei grandi eventi e le incertezze del futuro per tornare a fare di Matera una città laboratorio, come ai tempi di Adriano Olivetti, Ludovico Quaroni, Carlo Aymonino e Giancarlo De Carlo.
Mariavaleria Mininni, ecologa e urbanista, è professore al DiCEM, Matera, Università degli Studi della Basilicata e ha insegnato al Politecnico di Bari e all’Università di Napoli. Lavora sulla nozione e sul progetto di paesaggio sia nella sua declinazione di landscape e urban ecology sia nella dimensione dell’abitare contemporaneo. Si interessa anche di agricoltura urbana e food planning. Tra le sue pubblicazioni, Approssimazioni alla città. Urbano, rurale, ecologia (Donzelli, 2012) e La costa obliqua. Un atlante per la Puglia (Donzelli, 2010). Inoltre, ha curato Campagne urbane. Una nuova proposta di paesaggio della città di Pierre Donadieu (Donzelli, 2006). Ha coordinato la segreteria tecnica del piano paesaggistico della Regione Puglia (2007-2010).