A quarant’anni dalla sua prima edizione, Estetica ed erotica, secondo volume delle «Opere di Gianni Carchia», restituisce all’estetica la sua piena dignità speculativa, liberandola dai limiti stretti della disciplina. Dal punto fermo della modernità, Kant, si risale, attraverso Hegel, Marx e il Romanticismo, all’immaginazione pura, dischiusa al pensiero dall’angelologia sofianica, da Dante e da Platone. Abbagliato da una luce imprevedibile creduta ormai vinta, il paradigma neo-romantico della creatività e del soggetto, di cui una modernità intenta alla riproduzione di se stessa si nutre, non solo rivela come indebite le sue pretese, ma lascia finalmente sgombro il luogo del pensiero.
Gianni Carchia (Torino 1947 - Vetralla 2000) è stato uno dei più importanti e originali filosofi italiani del secolo scorso. Le sue ricerche hanno spaziato dall’estetica alla filosofia antica, dall’antropologia alla filosofia politica. Tra le sue opere ricordiamo: Estetica ed erotica (Milano 1981), Dall’apparenza al mistero (Milano 1983), ripubblicati in un unico volume dal titolo Immagine e verità (Roma 2003); La legittimazione dell’arte (Napoli 1982), Il mito in pittura (Milano 1987), Retorica del sublime (Roma-Bari 1990), Arte e bellezza (Bologna 1995), L’estetica antica (Roma-Bari 1999), Dizionario di estetica (in collaborazione con Paolo D’Angelo, Roma-Bari 1999).
Di Gianni Carchia Quodlibet ha pubblicato La favola dell’essere. Commento al Sofista (1997), L’amore del pensiero (2000) e Nome e immagine (2010). Con Orfismo e tragedia Quodlibet dà inizio alla pubblicazione sistematica delle opere di Gianni Carchia.