Cosa accade quando un autore contemporaneo inserisce rimandi o citazioni da un’opera della tradizione? Quali sono i fattori di temperie e di contesto che ne determinano modi e forme? Come convivono, si influenzano, prevaricano i significati e le forme del passato e del presente?
Questo è un libro di teoria della letteratura e di critica. Si basa su
alcuni presupposti forti: la teoria della letteratura senza verifica testuale è zoppa, la critica senza teoria è monca; la buona teoria è sempre messa in crisi dalla buona critica; si fa teoria solo se si possiede un’idea del mondo.
Partendo da qui, vengono affrontati i rapporti di citazione, ripresa, consonanza che continuamente si verificano all’interno della tradizione, senza limitarsi al concetto apparentemente neutro di intertestualità
ma contrapponendovi modi diversi, come quello del ri-uso. Se ne individuano i diversi presupposti filosofici, politici, storici. L’elaborazione teorica e filosofica viene quindi verificata e precisata con saggi su
Goethe, Grossman, Bolaño, Calvino, Manzoni, con particolare attenzione all’intreccio fra aspetti contenutistici, formali, retorici.
Filippo Grendene insegna alle medie; per alcuni anni ha svolto attività di ricerca scrivendo su Fortini, Manzoni, Bassani, Carlo Levi, Bilenchi, Targhetta, oltre che su questioni di teoria della letteratura. Attualmente è membro della rivista «Figure» e, oltre a svolgere attività culturale e politica, assieme all’associazione For.Ma.Lit. si occupa di riflessione sulla didattica della letteratura.