Catalogo / El critoleo del corpo fracassao
Litànie a la memoria de Pier Paolo Pasolini

El critoleo del corpo fracassao
Litànie a la memoria de Pier Paolo Pasolini
Lo scricchiolio del corpo fracassato
Litanie in memoria di Pier Paolo Pasolini
Cura e traduzione di Ivan Crico
Con estratti dai diari inediti di Biagio Marin a cura di Pericle Camuffo
Testo a fronte
ISBN 9788822906458
2021, pp. 88
130x210, brossura con bandelle
€ 14,00
€ 13,30 (prezzo online -5%)
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Il libro

Il 6 novembre, giorno dei funerali di Pasolini a Casarsa, Marin annota nel suo diario: «Or ora ho scritto alcuni miei poveri versi, per tentare di liberarmi dalla pena che ho in cuore, provocatami dall’episodio della sua morte, dal modo della sua fine. Quel diciassettenne che non si è accontentato all’abbatterlo, ma passa con l’automobile sul suo corpo ancora vivo, per finirlo del tutto, e lo schiocca e l’uccide, chi era? Che cosa era?». I «poveri versi» in questione sono uno dei vertici della poesia dialettale del Novecento: El critoleo del corpo fracassao, che qui si pubblica accompagnato per la prima volta dalla traduzione italiana di Ivan Crico. In tredici densi, luminosi componimenti in quartine rimate, la memoria del poeta assassinato viene restituita al dolce paesaggio della terra friulana e lo scricchiolio del corpo fracassato si ripercuote nel ritmo cadenzato di una indimenticabile litania, dove «il mio canto col tuo si confonde /… il mare è uno, con le sue tante onde».

Indice
  • Prefazione, di Ivan Crico

  • El critoleo del corpo fracassao. Litànie a la memoria de Pier Paolo Pasolini
  • Lo scricchiolio del corpo fracassato. Litanie in memoria di Pier Paolo Pasolini

  • Note del traduttore

  • Appendice

  • Pier Paolo Pasolini nei diari di Biagio Marin: appunti di un itinerario privato, di Pericle Camuffo
  • Dai diari di Biagio Marin

L'autore
Biagio Marin

Biagio Marin nasce il 29 giugno 1891 nell’isola di Grado, in provincia di Gorizia. Si forma presso il locale ginnasio di lingua tedesca dove incontra il giovane filosofo Carlo Michelstaedter. Nel 1911 si reca a Firenze dove ha modo di frequentare il circolo di intellettuali che gravitano nell’orbita della rivista «La Voce» di Prezzolini. Nel 1912 si iscrive alla facoltà di filosofia di Vienna. Con lo scoppio del primo conflitto mondiale viene arruolato come suddito asburgico; riesce però a disertare in Italia, chiedendo di prestare servizio da volontario. Conclude i suoi studi di filosofia a Roma, quindi si dedica all’insegnamento, da cui però viene allontanato per contrasti con il clero locale. Dopo vari impieghi trova un lavoro stabile come bibliotecario presso la sede triestina delle Assicurazioni Generali. Inizia a pubblicare i suoi versi in dialetto gradese nel 1912, ma dovrà aspettare una quarantina d’anni, con l’inserimento delle sue poesie nella celebre antologia della Poesia dialettale del Novecento a cura di Pasolini e Dell’Arco, per iniziare a raccogliere i primi riconoscimenti dalla critica più attenta (da Bo a Magris). Tradotto in varie lingue, vincitore dei premi Bagutta, Viareggio e Feltrinelli per la poesia, viene candidato al Premio Nobel nel 1981. Autore di una sterminata opera in versi e in prosa, in buona parte ancora inedita, Marin si spegne alla vigilia di Natale del 1985 a novantaquattro anni.
Opere principali e antologie: Fiuri de tapo (1912), Le litànie de la Madona (1949), Solitàe (a cura di P.P. Pasolini, 1961), Elegie istriane (1963), Il non tempo del mare (1965), El mar de l’eterno (1967), I canti de l’isola (1970, che raccoglie tutte le poesie pubblicate fino al 1969), La vita xe fiama (1972), A sol calao (1974), El critoleo del corpo fracassao (1976), In memoria (1978), Nel silenzio più teso (1980), Poesie (1981), La vose de la sera (1985).

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