Per ragioni di carattere politico-culturale imputabili in buona misura al
nazionalismo del Ventennio fascista e ai suoi strascichi, fino alla metà
degli anni Cinquanta l’opera di Mondrian non trovò nel sistema italiano
delle arti e della critica l’adeguata e attesa fortuna. Tuttavia, l’accurata
ricostruzione della storia italiana delle esposizioni e della letteratura artistica prodotte intorno al vivace comparto delle arti astratte tra gli anni
Trenta e gli anni Sessanta, che questo libro ambisce a rappresentare, è in
grado di restituire l’importanza dell’impatto che la produzione artistica e
teorica di Mondrian esercitò sommessamente sulla pittura, sull’architettura e sulla critica coeve.
Il libro presenta, dunque, la complessa vicenda della ricezione dell’opera
di Mondrian in Italia nel momento di maggiore pressione creativa e teorica sui lasciti dei modernismi. Il saggio è diviso in due parti. Nella prima
è riunito criticamente il quadro del vasto fiorire di studi italiani dedicati
a Mondrian, presupposto teorico per una storia della ricezione. Nella seconda è ricostruita, sull’indagine museografica e lo spoglio d’archivio, la
grande retrospettiva del 1956 a Roma, allestita magistralmente da Carlo
Scarpa, al contempo esito e premessa di una difficile vicenda italiana di
riconoscimento dell’opera di Mondrian.
Annalisa Laganà ha conseguito un dottorato di ricerca in museologia e storia della critica d’arte presso l’UNICAL e l’ÉNS. Le sue ricerche sono incentrate sulla letteratura artistica e gli scritti degli artisti di secondo Ottocento e primo Novecento.
Paolo Porreca insegna negli istituti tecnici. Dopo un PhD in ingegneria all’Università di Udine, si è laureato in Storia dell’arte presso lo stesso ateneo con una tesi sull’allestimento della mostra Piet Mondrian del 1956.